Martedì, 18 dicembre 2018 – San Namfamone martire in Africa – da Casa Spirlì, a Taurianova

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Buon Natale, Calabria mia, Terra maledettamente benedetta. Terra di Santi e figli di puttana. Terra di gente onesta e di malandrini. Di permalosi e voltagabbana. Di facce di bronzo e quaquaraquà. Presepe di Sacre Famiglie e stalla di mammasantissima. Perla del Mediterraneo. Casa di mille popoli. Approdo sicuro  di fratelli giudei, fenici, greci, bizantini, arbereshe, occitani. Insanguinata mèta di indemoniati goti, latini, mori, saraceni, angioini, normanni, svevi, spagnoli, francesi, savoiardi e mercenari. Patria di valorosi briganti e martiri della libertà. Tomba di spavaldi conquistatori e viceré da falso storico.

Buon Natale, Calabria mia. Con i tuoi monti dai mille folletti. Coi lupi e i caprioli, gli scoiattoli e i fagiani. Col pino loricato e l’ogliastro, la liquirizia e il bergamotto. Il cedro dei rabbini e l’olio degli altari. Le grotte e le tane. Le vecchie case e i ruderi di castello. I palazzi dei bastardi e le ville dei papponi. Le chiese di Dio e le sinagoghe di D*o. Gli antichi santuari e i santi monasteri. Con Campanella e Telesio, Cassiodoro e Pitagora. Coi due magici mari. Le tormentate fiumare e gli arroganti torrenti. Le piane fertili e le coste a strapiombo.

Buon Natale, Calabria mia. Coi politici mafiosi e i mafiosi politici. Coi politici. Coi mafiosi. Coi massoni di mille logge. Con la Legge. Con i giuramenti lordi di merda e sangue innocente. Con gli appalti sporchi. I comodi subdoli subappalti. Coi pentiti e con chi non si pentirà mai. Con le celle piene. Coi preti pedofili e i vescovi conniventi. Con la stampa che serve. E quella che serve. Coi matrimoni cafoni e i ridicoli diciottesimi. Coi ragazzini al volante di bolidi e i padri in galera. Con le pistole fra le minne e le femmine di ndrangheta.

Buon Natale, Calabria mia. Con la Gente Perbene e chi vuole la Pace. Con chi onora Gesù e santifica le feste. Con i Nonni in famiglia e i nipoti rispettosi. Con le zeppole a Natale e le crespelle per San Giuseppe. Con il pane di jermanu e l’insalata di stocco. Con “Buongiorno e Buonasera”. Col Rosario alle cinque. Con le campane e le candele. Col piatto, l’acqua e l’olio. Con la Fede. Con la superstizione e i cretini che ci credono.

Buon Natale, Calabria mia. Con i maxi processi e le speranze degli onesti. Con le truffe onorevoli e le dimissioni che non arrivano. Con Noi. Con “loro”.

Buon Natale.

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