Sanremo, Baglioni, i clandestini, il buonsenso, il buongusto…
Sabato, 12 gennaio 2019 – Santa Cesira – da Casa Spirlì
E anche quest’anno NON seguirò le serate di Sanremo! Tanto, ormai, più che perpetuare il festival della canzone italiana, la tenzone un tempo tanto amata da tutti gli Italiani si è preso il funesto onere di prolungare l’agonia della sinistra festa dell’unità. Manca solo che fra le poltronissime dell’Ariston ci passi un’hostess col “fularino” rosso stretto intorno alla gola a vendere pane e salsiccia. O che, al posto dei cantanti, si esibiscano nipoti e pronipoti di presunti partigiani nelle famigerate corse coi sacchi… Dall’anno dei fiocchi arcobaleno #progay che ogni partecipante ed ospite s’attaccava al primo pendaglio personale disponibile, ai monologhi deliranti di cosiddetti comici che non fanno ridere manco le rispettive mamme, alle farfalline a bordo gnocca, fino alle lagnose elucubrazioni di un cantautore che, quand’eravamo giovani, non cacavamo di striscio. Anzi. L’unico imbecille del gruppo che si azzardava a camminare con un LP di baglioni sotto al braccio rischiava di essere isolato, emarginato e abbandonato a solitarie pippe, mentre noi ci alleggerivamo i bollori giovanili sulle note dei Queen…
baglioni, ragazzi! E chi lo ascoltava? Le stiratrici e le ragazze di fatica. Qualche sciampista. Tre zitelle sul comò. Ddu froci timidi. Fino a quando non siamo arrivati alla celebrazione di partito, il già botoxato #piantoantico non se lo ricordavano che quelli che gli abbattevanolemano durante le serate fra amici. Ma, miracolo del rosso di sera, al levarsi nel cielo italico del faccione di renzi, ecco prendere corpo la nenia monocorde del centocellino redivivo. E i suoi sonori contrattoni.
Un grande vecchio? Maddechè!!! Lagnoso era e lagnoso resta. Solo che, pompato manco fosse la reincarnazione di Josephine Baker, entra, da qualche tempo, nelle case e nelle orecchie fesse delle masse italiane angosciate dalla povertà e speranzose che, obbedendo al sistema, le cose possano cambiare.
Le cose sono cambiate. Sì! Ma non obbedendo: semplicemente usando bene le matite copiative… E ancor meglio cambieranno nella prossima primavera. Basta aspettare.
Nel frattempo, niente Sanremo politico. Niente sermoni dell’anziano tristacchione. Né del finto simpaticissimo bixio, o giù di lì. Cambiamo canale. Scegliamo Tv2000. Un bel film su Bernadette. La replica del Rosario del mattino. La Compieta. Un’intervista a Giovanna. Due canzoni napoletane…
La soddisfazione del numero, non gliela do. Non gliela dobbiamo dare. A noi, i telepredicatori, i buoni da diretta tv, i comunisti col culo degli altri, NON PIACCIONO!
Ce la faremo? Penso di sì: del resto, la guerra fra audience e scheda elettorale, stavolta la vince la seconda.
Poi, ad Ariston spento, ci ricolleghiamo come dopo lo tsunami.
E così #tempari!