Grazie a Dio, abbiamo due Papi
Domenica, 19 maggio 2019 – San Celestino V Papa – da Casa Spirlì, in Calabria
Proprio oggi, nella celebrazione del 723esimo anniversario del Ritorno al Padre di Sua Santità Celestino V, non mi addormento prima di aver dato corpo ad una personale constatazione.
Ringraziamo lo Spirito Santo che ci ha regalato, per questi anni confusi e contraddittori, la possibilità di essere pecore del Pastore che sentiamo più vicino. Due Papi, un solo gregge, la possibilità di brucare in due pascoli distinti. Uno, quello di Benedetto, santo, evangelico, trascendente, mistico, che riconosce Gesù nella Sua Essenza Divina. L’altro, quello di Francesco, di strada, di periferia, pragmatico, politico, sindacale, meno mistico e più socialista. Quasi agnostico.
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Un Papa nonno buono, tutto bianco, rispettoso della Parola, dei Dogmi, della Chiesa e della sua storia, della Dottrina, della Preghiera, della Liturgia. Un Papa che suona il pianoforte, che scrive, che ama la Poesia, gli animali, che accarezza le anime con lo sguardo di velluto, ma difende Cristo e la Santa Madre con la potenza di un Crociato.
Un Papa, l’altro, che viene dalla fine del mondo. Politico. Caratteriale, scontroso, aggressivo perfino. Che NON si inginocchia mai davanti al SS Sacramento, ma che trova la forza di baciare, carponi, le scarpe a quattro africani signori della guerra. Un papa che NON conosce il cerimoniale e che mischia le lingue. Un papa che rifiuta le sacre stanze e vive in un pensionato per religiosi misti.
Il Papa Benedetto è una sorta di autostrada di Fede che porta dritto verso il Mysterium, in Cielo.
Il suo contemporaneo, Francesco, è un compagno di lotta di chiunque, in Terra.
Io, nella consapevolezza dei miei errori, mi affido alla dolce e paterna protezione del Pastore Benedetto. L’altro mi confonde. Mi repelle.
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.