Di Maio/Salvini: C’eravamo tanto amati…
Sabato 14 settembre 2019 – Esaltazione Santa Croce – da Casa Spirlì, a Taurianova
No, non ha il volto felice, il giovane Di Maio. Nonostante quello sguardo che, di tanto in tanto, sintonizza sulla modalità Furbetto. Non lo tiene per più di qualche secondo. Si rabbuia presto. Si perde in chissà quale retropensiero. E torna a vestire l’addolorata tristezza di una vedova in gramaglie. Gli manca, Matteo. È lampante! E gli pesa Giuseppi. Come peserebbe, ad una moglie ventenne, uno sposo settantenne. Gli sta accanto con lo stesso entusiasmo di un infermiere navigato che assiste ad un’ennesima autopsia. Magari l’ultima prima della pensione (per quota 100).
Povero, Luigi! Tenerezza, mi fa! Quasi compassione. Lo immagino rorido di lacrime, mentre, seduto sul ciglio del lettone, aspetta che il vecchio sposo imposto dal padre padrone Beppone finisca di sciacquare in bagno la dentiera, prima di trascinarsi al talamo per sbavarlo di un amore inchiodato alla sua giovane vita come una crocifissione. Poveretto!
Stava così bene, in quel governo dai colori rasserenanti… Lo avrà difeso con le unghie, lo smalto e le faccette sui denti! Anche dalle “esigenze di brussèl, dei grembiuli e delle rughe della politica di vecchio palazzo”. Avrà fatto di tutto, per non tradire il suo Manzo della Padania. Rude, sì, ma così divertente e vitale. Così coinvolgente. Così nuovo.
Si erano piaciuti, Gigi e Matteo. E compiaciuti. E, chissà, magari frequentati.
Poi, in pochi giorni, l’imposizione dei Capuleti di Palazzo. Separateli!!!
E la risposta piccata dei Montecchi di strada. Tutti a casa!
O, forse, vista la provenienza del novello barbuto Tramaglino, sarà stato lo zampino di quel maledetto Don Rodrigo di Strasburgo e l’ambasciata dei bravi vaticani “Questo matrimonio non s’ha da fare”… E quello che ne consegue.
Una tristezza infinita. Un’angoscia che sta illividendo il morbido visetto del guaglioncello semipartenopeo.
Luigi caro, non finire i tuoi giorni come ennesima vittima sacrificale di una Letteratura sadicamente misogina: scappa! Abbandona! E corri fra le braccia di chi ti ha fatto sentire Stella (unica) per un Governo…
Del resto, #megliounaStellaviva che #CinqueStellemorte. #Sentiammè
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