Sabato 8 febbraio 2020, Santa Giuseppina Bakhita, da Casa Spirlì, a Taurianova.

 161920673-9efe5686-fbff-4193-9800-53f89874486f(Aladin sky Atlas) 

Hai spalancato come un uragano la porta della mia solitudine, Cuginetta mia. Di colpo, mentre Tu attraversavi questo velo impalpabile ed invisibile che da poche ore apparentemente ci separa, mi sono inabissato nella più profonda delle assenze. La mia. Mi sono trovato a guidare la mia utilitaria verso casa Tua, Vostra, senza avere la percezione di me. Ai miei occhi, nelle pieghe dei pensieri, dentro le orecchie, sulla pelle, solo un gigantesco senso di vuoto. Manchi da quell’inaccettabile ultimo respiro terreno. Manchi. E non è solo una parola scritta su questo foglio virtuale: è il mio urlo sanguinante scagliato come un pugno nel cuore dell’universo!

Anche le prime luci di quell’alba monca e lacera di ieri mancavano di un raggio. Anche il settimo giorno di questo febbraio bisesto ha avuto vergogna di nascere, credimi! Timore di disturbare il silenzio che sarebbe stato più opportuno…

Come dirTi che, spento sulla Terra il Tuo “irrinunciabile” sorriso, la Terra stessa si è consegnata ad un attonito e sordo dolore?

Non ci credi? Pensi che io stia blaterando, confuso dallo sconforto per la Tua morte? No, Concettina mia. Solo ora, Luce nella Luce, avrai sicuramente  potuto appurare quanto e come tutti noi e tutta la Tua Gente Ti amiamo! E sai, sì, lo sai, che sto solo cercando di descrivere, con misere umane parole, il ricamo triste di questo manto senza colore che ci sta coprendo da ieri.

Un fiume interrotto di uomini e donne di ogni età è entrato in quella antica chiesetta dove hai atteso le benedizioni terrene, mentre avevi già attraversato, ne sono sicuro, sfoggiando il più smagliante dei Tuoi sorrisi smaglianti, la Porta Santa della Casa d’oro di Dio. Sei in Paradiso, vero, Santa della pazienza, della Fede, dell’accettazione di disumane sofferenze fisiche e non solo? Sei vicina alla Signora che non hai mai smesso di pregare. Anche quando avresti potuto gettare alle ortiche quella Corona del Rosario che, invece, hai reso Santo quanto Te!

Non mi hai deluso mai, Commarella mia, Figlioccia della mia Mamma e Cuore del Suo Cuore antico, affaticato e, da ieri, addolorato e straziato. Nel Tuo passaggio su questa Terra, sei sempre stata Alta! Nobilissima e Alta! Mille e mille gradini sopra tutti noi: hai indossato con Umiltà ogni lavoro, ogni impegno, ogni dovere. Hai reso Alto e Nobilissimo tutto ciò che hai toccato, vissuto, creato.

Sei una grande Seminatrice, Concettina adorata! Hai sparso Santi Semi di Dio in mille solchi. In silenzio. Nel nascondimento della Tua timidezza. Con la grazia e la naturale eleganza che hai mantenuto fino all’ultimo istante terreno.

Sì, lo so, certo che lo so, che sei qui, nelle vicinanze. Che non abbandoni né Michele, il Tuo sposo Esemplare, né le Tue meravigliose figlie. E nemmeno quella Tua Mamma dolce e spaesata come un pettirosso nel vento; quel Tuo Papà segnato da una ferita così profonda che l’abisso sembra un graffio sulla mano. I Tuoi fratelli e le Tue sorelle, colonne di esemplare dignità e dolcezza infinita.

Le tue figlie. Una pagina scritta col pennino intinto sulla coda dell’arcobaleno, Tesoro mio… Che capolavoro trino hai fatto!

Le osservavo, in queste ore pur pesanti: hanno la Tua stessa leggerezza! Le hai plasmate con l’impalpabile e colorata polvere delle ali delle farfalle. Lo hai fatto così bene che hanno saputo imbrigliare le lacrime e liberare il Tuo sorriso in ogni loro sorriso.

Hanno sorriso, Vita mia, anche quando avrebbero potuto cadere nella trappola del dolore. Ed ogni loro sorriso mi ha raccontato, svelandoli senza dire,  dei Vostri “accordi”! Già! Chi mai, infatti, può minimamente sospettare che Tu, Anima Grande, non le abbia “preparate” ad essere come Te anche “dopo”… E, così, hai reso quel “dopo” un meraviglioso “mai dopo”! Brava! Hai sconfitto la morte restando Viva nelle Tue tre creature. Guardo loro, vedo Te!

Ora, se non Ti dispiace, vieni a trovare questo Tuo cugino capoccione che deve poter attraversare questo mare invisibile di strazio e solitudine: insegna anche a me a colorare la mia vita col miracolo delle farfalle…

Io aspetto…

 

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