Quando non ti incolli alla poltrona
Domenica, 14 agosto 2022 – San Massimiliano Kolbe – Casa Spirlì, a Taurianova
… non è sempre facile spiegare e convincere, ma io sono caparbio e non mi scoraggio…
16 marzo 2020 Capita, nella vita, che mentre sei a casa, chiuso forzatamente per l’arrivo della tempesta sanitaria perfetta, e stai riempiendo il tempo sfaccendando con tua Madre, arrivi la telefonata di un amico, che, non casualmente, è segretario federale di un partito politico.
Neanche la telefonata è casuale: chiede consiglio per la nomina del primo assessore regionale del suo partito in Calabria: io, inebetito, gli suggerisco dei nomi di persone che ritengo valide e oneste.
Da lì a qualche minuto, richiama. Non li rinomina nemmeno e mi comunica che, a ricoprire quel ruolo, ci andrò io. Mi elenca una serie di “deleghe” e mi augura un fraterno inboccallupo… Penso, attonito e muto, che sia finita lì. Invece no! Dopo un’oretta mi chiama il commissario regionale del partito, un rude bergamasco di buon cuore, e mi appiccica un altro postit: sei anche vicepresidente! Più che contento, mi sento in una trottola da scherzo telefonico. E, ancora, invece no! Perché la successiva telefonata è di Jole Santelli, la neoeletta Presidente della Giunta Regionale della Calabria. Praticamente, una sorella, seppur non di sangue. Ci conoscevamo, già all’epoca, da oltre vent’anni; di tanto in tanto, ci assestavamo qualche sberla dialettica, ma ci amavamo alla follia! Io stravedevo per la sua bellezza, per la spontaneità, il garbo, l’eterna fanciullezza, l’amore per la famiglia, l’onestà… Lei mi adorava per la follia creativa, i miei amori spudorati e sconfinati, la mia fedeltà, l’identico amore per la famiglia, la tenacia e il coraggio… insomma, insieme eravamo lava in corsa… Jole è raggiante per la scelta di Salvini, caduta su di me. “Vieni subito in cittadella!” E io, solito bambacione in queste circostanze: “E come faccio? È vietato uscire di casa…” Una risata e una prima presa per i fondelli “Nino, sei il vicepresidente della Regione…”
Sono stati mesi duri. Seminavamo per gli anni futuri, su un terreno avvelenato dal virus. Ma noi eravamo ottimisti e temerari come sempre. A ottobre dello stesso anno, Jole ferma i passi terreni. Ed io, vedovo della mia Amica e Sorella, mi ritrovo in mano le redini di una regione in ginocchio. Circondato da quei satrapi della politicazza locale, arroganti e assetati di territorio come varani. Già dalle prime ore, qualcuno (qualcuno????) tentava l’assalto alla valigetta dei bottoni, senza fare i conti con quel “granfigliodiputtana” (come ebbe a definirmi il più satrapo fra i satrapi) del ff, che non era certo l’ultimo arrivato in politica. In realtà, avevo la netta sensazione di essere un quadro d’autore sulla parete centrale di una sala, nella quale molti fra loro non potevano accedere nemmeno con l’incarico da portaombrelli. Una sensazione diventata certezza in poche ore: quelle che sono bastate per vestirmi delle necessità della mia Gente e non di quelle di coloro che l’avevano e ci avevano preso per i fondelli per decenni! Con questa certezza, ho amministrato per un lungo e travagliato anno. Da solo. Accompagnato dalla Giunta. Ma senza poter (e voler) contare su altri e altro.
Per non farla lunga, ho riconsegnato un ticket elettorale, che prevedeva senza contraddittorio, la mia riconferma come vicepresidente del nuovo presidente: come avrei potuto mettere in piedi la scabrosa condizione attuale di due papi nello stesso Vaticano? Non ho voluto nemmeno partecipare alle elezioni da consigliere: perché far dubitare la mia Gente sul fatto che utilizzassi il ruolo attivo da presidente, per far campagna elettorale? E, ora, in questi ultimi giorni, ho consegnato pubblicamente al segretario, amico, del partito la mia indisponibilità a “candidarmi” al parlamento. Io, di mio, sono già candido! Ecco: esiste, di tanto in tanto, un culo che non si attacca alla poltrona!
Questo dovevo ai Calabresi, che, ad ogni uscita da Casa Spirlì, mi riscaldano con il loro affetto e la loro riconoscenza. Oggi, da vicepresidente della Fondazione MUSABA, mi occupo felicemente di Arte: del ricco patrimonio consegnato all’Umanità da Nik Spatari. Lo faccio a fianco di Hiske Maas, sua compagna di una vita e temeraria e potente difensora di questa enorme Repubblica di MUSABA: sette ettari di Libertà!
È qui che Vi aspetto!
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