Lunedì’, 9 gennaio 2023 – San Tommaso Placidi da Cori, sacerdote – da Casa Spirlì, a Taurianova

Il mondo è giovane, grazie a Dio! 

Grazie a quel Dio, Che, sentendosi vecchio e dimenticato nei Cieli, ha deciso di tornare sulla Terra, che aveva creato e consegnato agli uomini, i quali, nel tempo, vecchi nell’anima e nelle rughe, vecchi di menzogne e raggiri, avevano tradito, e rubato sugli altari. 

È tornato, nascendo in una grotta adattata a stalla, fra bestie e ultimi della società, come infante indifeso e non come Essere Onnipotente; da Madre giovanissima e Padre di poco più grande. Giovane, da giovani. 

Giovane che sceglie di circondarsi di altri giovani. Tutti rivoluzionari, sognatori, temerari, anticonformisti. Tutti “Nuovi”, freschi, vitali! 

E con loro e per loro, “riscrive” il Comandamento. Amatevi ed amate. Senza se, senza ma. Fatelo come lo fanno i giovani: senza sovrastrutture ed interpretazioni. Amatevi d’istinto. Senza progetti sicuri. Solo con benevola speranza. Che è sempre immacolata. Che non prevede colpe. 

Perché i giovani?

Forse, perché i giovani non ti promettono quello che sanno che non ti daranno mai: ti coinvolgono nei loro sogni, te li consegnano e ti pretendono coprotagonista. Aspettando che tu non li tradisca e che, invece, li accompagni da amico, padre, fratello, amante.  Poi, i giorni dettano i risultati. Che non devono mai essere definitivi. Che devono essere letti come tappe e mai mète. Ma non tradiscono, i giovani!

Sì: amo i giovani e la loro gioventù. Mi conforta la loro amicizia, la loro vicinanza, la loro presenza. Mi stimola il loro ottimismo, la positività, la capacità di non arrendersi mai! Mi emoziona il loro coraggio fino alla strafottenza nei confronti dei matusalemme della vita, che, invece, consegnati al mercanteggiare in ogni campo, cercano di dare lezioni, sapendo che non dovrebbero fare altro che tacere! Amo i giovani, perché sono sinceri. Anche quando giocano a fare i furbi. Amo quel loro vivificante disequilibrio che non contempla ancoraggi asfissianti. Senza i giovani mi annoierei e mi dispererei! Perché mi nausea la prosopopea della vecchiaia; l’angoscia della presunta saggezza in mano a dei falliti malamente incanutiti. Chi ha vinto e chi ha perso, in vecchiaia è vellutato come la stoppa. Come la carta vetrata. Forse perché sente la falce sempre più vicina. Amaro come fiele, il “vecchio dentro”, sentenzia su tutto. E tutto avvelena. Invidia, senza dirlo, la gioventù. E cerca di mutilarla, “correggendo per sapienza”. Un bluff! Se sei veramente saggio sai che non devi correggere, ma imparar tacendo. Anche dai presunti errori altrui. Oltre che dai continui errori tuoi.  

Ecco perché mi circondo maggiormente di giovani. Non perché imparino da me, ma per imparare da Loro. Li osservo e mi affianco. Consegno pareri, ricevo pareri.

E vivo, grazie a Dio!

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