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La situazione geopolitica mondiale è più che mai complessa; la minaccia del terrorismo islamico e il ritrovato ruolo di potenza mondiale della Russia di Putin si intrecciano ai difficili rapporti diplomatici in seno all’Unione Europea e ai rapporti della stessa con un mondo che va delineandosi verso il multipolarismo. Per discutere di questo e dei rapporti tra la Russia e l’Italia intervistiamo oggi Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia Russia nonché condirettore e responsabile esteri dell’agenzia stampa Agiellenews.

1) Dottor Savoini, come nasce la sua attività nei confronti della Russia e quali sono gli obiettivi suoi e della sua associazione?

Personalmente sono appassionato da sempre della storia e della cultura russe, da ragazzo ho letto Dostoevskij, Gogol, Tolstoj, Bulgakov, Mayakovsky e altri grandi scrittori russi. Ad inizio degli anni Novanta facevo parte della Consulta Affari esteri della Lega Nord e già mi occupavo della “nuova” Russia post-sovietica. Mi recai diverse volte a Mosca e iniziai a prendere contatti con esponenti politici e del mondo culturale russi assolutamente contrari alla presidenza di Boris Eltsin, nata con tante speranze dopo la parentesi sovietica, ma poi rivelatasi per quello che era: un governo fantoccio in mano ai potentati economici occidentali che credevano di poter “normalizzare” la Russia e indirizzare il mondo verso la  famigerata (e per fortuna sbagliatissima) profezia del politologo Fukuyama sulla “fine della storia” e il trionfo del pensiero unico mondialista. L’associazione culturale Lombardia Russia è nata invece nel pieno della crisi ucraina, ad inizio 2014, con l’intento di dimostrare che è assurdo e controproducente da parte dell’Ue vedere la Russia come un nemico e non come un alleato fondamentale, sia in campo geopolitico che militare ed economico. A giudicare dai numeri di chi ci segue su Facebook e sul nostro sito, ci siamo riusciti e continueremo su questa strada.

2) In questi giorni le simpatie verso Vladimir Putin in Italia e in Europa, specialmente da parte del “popolo del web” sono evidenti e in costante aumento. Crede che questo feeling popolare possa tramutarsi in una ripresa dei rapporti tra l’Unione Europea, i governi nazionali e la Federazione Russa?

In tutta Europa se si chiede ai cittadini se preferirebbero essere guidati da Putin oppure dai loro attuali governanti, state sicuri che a stragrande maggioranza la risposta sarebbe Putin. Il problema è che in Europa governano politicanti che non fanno gli interessi dei cittadini, bensì dei gruppi di potere internazionali che vogliono trasformare la Russia in un nemico, per allontanarla dal nostro continente e indebolire sia i russi sia noi europei. Il tutto a guadagno di altri stati, altri gruppi affaristici  ed altri interessi finanziari. Speriamo che la gente riesca a capirlo e alcuni segnali, come diceva lei, già ci sono.

3) Crede che la Russia sia tornata al vecchio ruolo di potenza alternativa agli USA dopo gli anni di Eltsin o vede Putin come un leader sostanzialmente bendisposto nei confronti dell’occidente e desideroso di stipulare amicizie e alleanze con l’Europa e gli Stati Uniti?

Un sondaggio di pochi giorni fa in Russia ha evidenziato che quasi il 70 per cento della popolazione è convinta che il suo paese sia diventando una superpotenza. Gli utlimi anni lo dimostrano. Putin è diventato uno statista centrale nella politica mondiale, nessuno può ignorarlo. Il fatto che la Russia non sia più una potenza solo regionale è dimostrato anche dai continui attacchi, non solo verbali, fatti da diversi stati occidentali. L’escalation dell’ultimo anno, con la situazione tesissima in Ucraina e l’intervento militare russo in Siria contro l’Isis su richiesta del presidente Assad, ha avuto seri contraccolpi anche a Mosca, con la svalutazione fortissima del rublo e il tentativo di colpire la popolarità di Putin, vero obiettivo dichiarato dei fautori dell’ordine mondiale globalista e ultraliberista che vede nella Russia identitaria e tradizionale di oggi il più grosso ostacolo ai propri piani di dominio.

4) Non trova strano che in Italia nessun partito, a differenza di ciò che accade altrove, proponga l’uscita dalla NATO, specie alla luce di comportamenti discutibili come quelli della Turchia, membro dell’alleanza atlantica?

L’ho già detto prima. I governanti europei, con l’eccezione di Orban in Ungheria, sono meri esecutori della politica internazionale decisa dall’amministrazione Obama e dai potentati che lo sostengono. Chi avrebbe il coraggio di  dire qualcosa sul superamento della Nato? C’è da sperare in una nuova presidenza americana che porti alla Casa Bianca un presidente che cerchi nuovamente la collaborazione con Mosca, come si fece nel 2002 con il vertice Nato di Pratica di mare. E’ evidente che l’Alleanza atlantica così come è strutturata ora è superata, inefficace (non sta facendo nulla contro l’Isis, vi sembra possibile?) e al servizio di controproducenti strategie anti-russe.

5) Si è parlato di Lega Nord. Come giudica il comportamento di questo partito nei confronti del mondo islamico? Crede sia ancora utile l’approccio fallaciano, che non è certamente quello di Vladimir Putin, alla temperie mediorientale odierna?

Matteo Salvini ha risollevato un partito che era ridotto al lumicino e in politica estera il suo partito ha finalmente una linea condivisa. E’ stato l’unico partito italiano a riconoscere immediatamente il referendum della Crimea tornata russa e a battersi contro le sanzioni alla Russia. Sul rischio dell’Isis le posizioni leghiste sono quelle giuste, visto che la Lega da vent’anni sostiene che è pazzesco aprire le frontiere italiane a tutti, perché inevitabilmente facciamo entrare non solo delinquenti, ma anche terroristi islamici. Quello che non mi trova d’accordo con l’impostazione leghista è questo innamoramento delle tesi della Fallaci. Perché la scrittrice toscana attaccava l’Islam in quanto tale (non solo gli islamisti terroristi), giudicando l’Occidente come patria della bellezza e della civiltà. Personalmente considero l’Islam, al pari delle altre religioni, degno di essere rispettato, e non deve essere oggetto di insulto come invece accadeva spesso con la Fallaci. Passando dal piano geopolitico a quello interno, possiamo tuttavia ribadire che gli islamici presenti devono adeguarsi alle nostre leggi e ai nostri costumi, oppure possono accomodarsi altrove, ma senza una rifondazione morale e spirituale dell’Europa tutto questo non sarà possibile. A differenza della Fallaci io credo che questa Europa stia producendo materialismo, consumismo, relativismo etico e religioso, che stia distruggendo le sue radici identitarie e che quindi non vada esaltata come faceva lei (e fanno oggi tanti personaggi politici di oggi dopo il 13 novembre). Una Europa che va cambiata, riappropriandoci dei valori tradizionali che hanno creato la nostra millenaria civiltà. Ricordando cosa disse un vero uomo di Chiesa, il  cardinal Biffi: che non è vera la contrapposizione tra Europa e Islam, perché attualmente di là c’è l’Islam, di qua c’è il nulla.

(Alessandro Catto)

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