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Con le sue innovazioni formali e armoniche, con l’uso della scala esatonale e i suoi continui espedienti extratonali, ha innovato il linguaggio musicale, al pari di quanto hanno fatto i maestri dell’impressionismo Claude Monet o Paul Gauguin nella pittura. Naturalmente stiamo parlando del ribelle Claude Debussy, del quale si celebrano i 150 anni dalla sua nascita.

Esattamente, vide la luce a Saint-Germain-en-Laye, il 22 agosto. Le sue idee e le sue opere hanno conquistato il mondo e ispirato i grandi a lui successivi: Olivier Messiaen, Igor Stravinsky e Bèla Bartòk, per dirne alcuni. Il suo mondo sonoro ha affascinato contemporanei come Pierre Boulez, per la  “qualità formale di questa musica che si evolve continuamente, senza passi indietro”, ha dichiarato il compositore e direttore d’orchestra francese.

Uno dei migliori esempi di impressionismo è la sua composizione per pianoforte Pagode, contenuta nella suite Estampes, con immagini dal sapore chiaramente orientale, ottenute grazie all’effetto percussivo dei suoni del pianoforte con il pedale, nonché con l’uso di scale pentatoniche. Debussy applica il suo linguaggio musicale anche nell’opera lirica, con Pelleas et Melisande, che però riflette molto l’interesse del compositore per il barocco francese.

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La sua musica presenta influenze sia nazionali – da Gounod a Faurè -, sia internazionali – da Chopin a  Musorgskij per l’antiaccademismo. Anti-wagneriano in gioventù, tuttavia è stato vicino alla sua musica per quanto riguarda la concezione del discorso musicale aperto e continuo che però in Wagner si traduce con la cosiddetta “melodia infinita”, che è tuttavia vincolata all’armonia tonale, mentre in Debussy il discorso musicale è costruito con piccole immagini balenanti in continuo rinnovamento ma indipendenti tra loro grazie all’appoggio a un linguaggio armonico non vincolante e fatto di espedienti extratonali.

Il neoclassicismo di Debussy compie quindi una sintesi tra estetica classica e modernismo, grazie a un contrappunto innovativo e a dinamiche molto curate. Privilegia il colore timbrico sulla linea melodica, sceglie preferibilmente sonorità lievi e luminose, elabora una scrittura ritmica estremamente complessa, ma dall’andamento fluttuoso e sospeso che reinventa il modo di suonare il pianoforte.
In allegato: musiche di Debussy