Il segretario del Pd Bersani che cerca di tenere ferma l’alleanza con Nichi Vendola, che vuole rottamare Monti e la sua agenda, ma vuole allearsi anche con Casini, che però non vuole rottamare Monti e la sua agenda, nello scontro per la premiership in onda quotidianamente sul canale delle primarie, ha un punto in comune con Matteo Renzi: si appassiona ai ministri tecnici  e apre un bando di arruolamento pensando di arrivare comunque vincitore alle elezioni politiche. Chissà, forse ci sono i mercati da rassicurare, la Bce o forse il presidente Napolitano o frau Merkel, scegliete voi… Così Bersani sogna di avere al suo fianco se diventerà premier, il ministro Elsa Fornero (quella della riforma del lavoro, del “pasticcio” esodati, dei giovani choosy) e il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera (ex banchiere che piace agli esponenti di area cattolica). Dice, il segretario del Pd, che potrebbero entrare in un suo governo: “In linea di principio assolutamente sì, ma devono fare outing perchè ci vorranno maggioranza politiche; devono dire di che area sono, è un elemento di chiarezza”.

Aspettiamo l’outing anche della sinistra neo-massimalista del Pd, Fassina in testa e dell’alleato Vendola che prepara il Sel alla prima grande sfida elettorale nazionale…  Ovvio che Mario Monti non sarà “rottamato”, ma continuerà a giocare in un altro “ruolo”, ci mancherebbe altro. “Non è che posso prenderlo su e portarlo dove voglio, bisogna discutere con lui”, spiega Bersani, in fondo il governo delle tasse non è così sgradito, anche se non ha messo la patrimoniale, ma su questo si potrà sempre rimediare… Invece Matteo Renzi è un po’ meno generoso: si accontenterebbe, se diventasse premier, di un solo “tecnico”, almeno per ora, e anche lui non vede Vendola come il fumo negli occhi, alla fin fine, basta rispetti il patto firmato per correre alle primarie… Ovviamente Bersani fa saper via Twitter : “Non faccio il toto-ministri. Mai detto di volere la Fornero nel governo”. La stessa cosa avvenuta con Renzi, lo vorrebbe ministro… contrordine no, non fa il toto-ministri. Che alla fine faccia come la signora ministro? Via i giornalisti perché fanno certi titoli… Non Bersani non è il tipo, è che la smentita l’ha chiesta Nichi Vendola, tutto chiaro.

Più che aria di inciucio tira aria di fregatura in salsa “unionista”. Grandi manovre a sinistra nel caso passasse lo sbarramento sopra il 40% per ottenere il premio di governabilità, che inevitabilemente costringerà a mettere in piedi coalizioni. E quindi iniziano piccoli e grandi giravolte, non si capisce, però, quando gradite al popolo della sinistra e del centrosinistra. O a quello, vastissimo del non voto o voto di protesta approdato sulla zattera di Beppe Grillo. Staremo a vedere.

In tema di giravolte, c’è un “a volte ritornano”, o almeno di provano. Interprete principale Gianfranco Fini, messo nell’angolo, contestato dai sui ex, con un partitino – il Fli – che ha numeri da prefisso telefonico, ondeggiante fra centro e centrodestra per restare politicamente a galla, che “apre”, in una personale Canossa a dire il vero, ad Angelino Alfano nello scenario che vorrebbe un Pdl “deberlusconizzato”: “Il vero banco di prova per Alfano non è nella definizione delle regole per le primarie, ma nel far chiarezza sul rapporto col governo monti e soprattutto sulla necessità per l’italia di continuarne l’azione riformatrice anche dopo le elezioni. Solo se ciò accadrà si potrà davvero aprire una pagina nuova per tutti i moderati italiani. E personalmente ne sarò lieto”.  Chissà cosa ne pensano gli elettori di centrodesta…

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