Toni Iwobi “Stop ai clandestini, stop all’importazione di manodopera a basso costo”
Intervistiamo oggi Tony Iwobi, nigeriano, responsabile federale del dipartimento immigrazione della Lega Nord. Leghista militante dal 1995, ha saputo portare il suo contributo all’interno del dibattito politico del Carroccio sfidando accuse e scetticismi. La sua visione è quella di chi l’immigrazione l’ha vissuta in prima persona, trovandosi ora a commentare l’esodo senza fine di tanti giovani africani. Giovani che, lasciando il Continente Nero, ne impediscono una reale emancipazione e pongono il problema migratorio in cima alla lista delle urgenze nel nostro paese.
1) Toni Iwobi, che spazio ha fornito la Lega Nord al pensiero di un africano orgoglioso delle sue origini e delle sue radici come lei?
Mi sono iscritto alla Lega circa 24 anni fa, quando ho visto che era l’unico partito a proporre in Italia il tema del federalismo. Ancora oggi mi chiedo come sia possibile che un paese del cosiddetto terzo mondo come la Nigeria abbia applicato questo sistema e al contempo una nazione del primo mondo come l’Italia debba ancora capire quanto il federalismo possa aiutare a risolvere problemi storici che la affliggono. Io sono un federalista per eccellenza e la Lega mi ha ospitato fin da subito. Sono stato il primo spazzino straniero a Milano e sono stato il primo consigliere comunale eletto nelle liste della Lega, a Spirano, in provincia di Bergamo. Questa militanza e questa esperienza oltre soprattutto quelle lavorativa e nell’imprenditoria, mi hanno dato la possibilità di conoscere la comunità leghista, una grande famiglia che mi ha sempre voluto bene, dandomi la possibilità di mettere a punto il mio credo politico. Dopo 20 anni di militanza mi ha stupito l’accusa di razzismo fatta alla Lega, quando ho invece trovato tanti amici che mi hanno supportato pure nella candidatura alle elezioni regionali lombarde del 2013, dove ho fatto valere la mia persona e dove non sono stato eletto per soli 52 voti, risultando il secondo non eletto nelle file del Carroccio.
2) Veniamo al tema sul quale lei lavora maggiormente e sul quale più si è esposto, l’immigrazione: è un fenomeno sostanzialmente casuale ed ineluttabile o crede che dietro questi esodi senza sosta ci sia l’interesse del grande capitale di importare manodopera a basso costo?
L’immigrazione è sempre esistita ed esiste nel DNA dei popoli. Matteo Salvini, nel comprendere ciò, mi ha chiesto una linea guida per cambiare il modo di percepire l’immigrazione in Italia e per contrastarne le derive più pericolose. Abbiamo lavorato con esperti e diviso in macroaree le tipologie migratorie. Va detto che esiste una immigrazione sana e arricchente, che ha portato benefici all’Italia, agli altri paesi e all’umanità intera, una immigrazione contenuta e controllata, basata sul lavoro, sull’integrazione e sull’ospitalità, a beneficio di entrambe le parti. Oggi viviamo la negazione di questo tipo di immigrazione, la viviamo in un sistema politico ed economico che non garantisce più una seria prospettiva occupazionale. Noi della Lega siamo consapevoli che chi scappa dalla guerra debba essere aiutato nel rispetto della dignità umana, nell’attesa che si risolvano i conflitti; ma tollerare o addirittura favorire l’immigrazione clandestina, oltretutto in una situazione di grave crisi occupazionale, è un atto di una gravità devastante. I confini esistono ed esistono le nazioni, tollerare l’immigrazione irregolare significa rinunciare al loro valore e alla loro utilità, il ché è un errore imperdonabile. La clandestinità deve essere un reato e deve esserlo anche in Italia, perché essa è l’anticamera dell’assenza di sicurezza. C’è da aggiungere anche un’altra cosa: ho fatto il sindacalista per molti anni, e vi chiedo: è possibile che un governo che si dichiara di sinistra abolisca l’articolo 18 nel silenzio generale di sindacati e militanti e al contempo taccia, quando va bene, sull’immigrazione clandestina senza incentivare strumenti di contrasto? E’ una situazione esplosiva, la storia si ripete sempre: nei secoli scorsi arabi e americani si servivano dell’Africa nera per commerciare ed importare schiavi, oggi esiste un neo schiavismo foraggiato dall’arrivo di milioni di persone in Europa in pochi anni, persone spesso abbandonate a loro stesse che finiscono macinate nei meccanismi della competizione al ribasso o della solitudine, sradicate, illuse e senza prospettive. Nel tutto, i paesi che in passato hanno sfruttato le risorse dell’Africa oggi lasciano da sola l’Italia a gestire questo problema. Mi dispiace per i miei compatrioti africani che non capiscono la realtà, i vescovi e le ONG africane lottano contro questo tipo di immigrazione e contro gli esodi della morte, mentre qui alcune ONG e i vescovi europei spesso sostengono posizioni contrarie. Io ribadisco che l’emigrazione e l’approdo in Europa danneggiano l’Africa e i popoli africani.
3) I governi africani hanno capito questo gioco? Cosa pensano di questi esodi senza fine?
L’hanno capito eccome, tanto che a sentirli parlare qui verrebbero accusati di leghismo o addirittura di razzismo. I governi africani contrastano l’emigrazione dai loro giovani. Ci sono tante ONG africane, inoltre, che operano assieme ai governi per favorire la permanenza dei giovani in Africa. La mia Nigeria ha contrastato duramente questi esodi. Perché secondo voi sono diminuiti gli sbarchi l’anno scorso? Uno dei motivi principali è stato proprio l’accordo bilaterale tra governo libico e nigeriano che ha fatto rimpatriare dalla Libia più di 3500 emigrati nigeriani nel solo 2017. Non solo la Nigeria, anche il Ghana, il Togo, tutti chiedono la stessa cosa: lasciare in Africa i figli dell’Africa, perché solo attraverso questo passa la possibilità di crescita del nostro continente, che è stato depredato per secoli di materie prime e oggi anche di risorse umane: non è una situazione tollerabile.
4) “Gli immigrati fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare”, “senza immigrati nessuno raccoglierebbe più pomodori”; cosa ne pensa di queste frasi e del ruolo della “borghesia dell’accoglienza” occidentale ed europea nella prosecuzione di un esodo senza fine?
Tutto è collegato. Questo fa capire il ruolo culturale di molti progressisti “accoglienti”, cioè quello di permettere la creazione un esercito di lavoratori a basso costo da far competere con i lavoratori italiani ed europei. Le sinistre occidentali troppo spesso vogliono immigrati non perché convinte del valore della dignità umana, ma perché sostengono questi meccanismi infernali. Accogliere sempre più immigrati nella situazione attuale, oltretutto, significa impoverire gli italiani, facendo emigrare i loro figli ed importando altri poveri. Io sono cattolico, la stessa Chiesa mi ha insegnato che la più grande virtù è la carità, ma la carità che comincia da casa. Io mi chiedo se veramente lo stiamo facendo. Bisogna far star bene i nostri figli prima ancora dei figli del vicini per poterli accogliere meglio e cominciare a ragionare con la nostra testa, non con quella di chi specula.
5) Cosa ne pensa di una sinistra passata dal supportare le lotte anticoloniali in Africa e in Asia all’attuale panorama progressista europeo, schierato quasi sempre dalla parte delle destabilizzazioni, delle rivolte colorate e dell’immigrazionismo?
La sinistra di oggi non ha nulla a che fare con quella di qualche decennio fa, in Occidente vediamo troppo spesso in azione una sinistra svenduta agli interessi degli speculatori e delle multinazionali. Io ero comunista di origine e formazione, in Nigeria governa la sinistra, ma una sinistra degna di questo nome che combatte contro gli esodi e le partenze. La sinistra italiana, europea e occidentale invece troppo spesso rappresenta gli interessi dei più forti.
6) Qual è il suo piano per combattere l’esodo dall’africa e l’approdo di centiniaia di migliaia di immigrati nel nostro territorio?
Bisogna smettere di equiparare la protezione sussidiaria e umanitaria a quella offerta ai rifugiati, situazione presente solo in Italia. Bisogna riprendere la strada degli accordi bilaterali coi paesi coinvolti, in particolare col mio paese, come ai tempi di Maroni e Berlusconi. I paesi africani sono pronti e vogliono collaborare per riportare indietro i loro giovani che si trovano in stato di clandestinità. L’Europa ha stanziato più di 80 miliardi di euro per l’Africa: Usiamoli per aiutarli lì con investimenti in loco e reciprocità per chi investe! Il mio dipartimento ha presentato un DDL nel 2016 che non è mai stato discusso, con il solo Minniti che sta portando avanti una parte di questo programma, realizzandone alcuni auspici ma senza andare fino in fondo. Una proposta che parla di trattati coi governi libici e di aiuto a casa dei migranti, cosa che oggi tutti sostengono, che parla di accordi intergovernativi con i paesi confinanti, della disposizione di pattuglie per il contrasto dell’immigrazione irregolare e per far capire che è meglio non affrontare viaggi della morte in mare. Mi preme dire un’altra cosa: molti dei giovani africani partiti dai loro paesi non sono giovani poveri o morti di fame: molti facevano gli impiegati, avevano un lavoro o vivevano con ricchezza ereditata dai padri, ma sono stati spinti a partire da una propaganda illusoria che fa credere loro che in Europa ci sia un Eldorado. La critica all’Italia per come ha gestito il fenomeno migratorio è crescente anche in seno all’UE, basta vedere quanti terroristi hanno compiuto attacchi nel vecchio continente, come molti di loro sono transitati attraverso il nostro paese e quante nazioni confinanti con la nostra hanno chiuso le frontiere. La soluzione è solo una: svegliarci, ricordarci dell’eterno ritorno della storia, ricordarci dello sfruttamento e imparare a combatterlo nelle sue forme moderne.
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