Ahah-A3: le barzellette del comico Renzi
Altro che completamento della Salerno–Reggio Calabria entro il 22 dicembre. Quel giorno, l’A3 sarà, molto probabilmente, completamente chiusa al traffico!
Nessuno ha informato Renzi che la guardia di finanza di Vibo Valentia, due giorni fa, ha messo i sigilli ad un “nuovo” tratto di autostrada? Pare proprio di no, considerando i soliti proclami di Matteo: “la Calabria deve ripartire con l’A3. E se non riparte la Calabria non riparte l’Italia” ha detto il premier nel comodo e utile salotto televisivo di Porta a Porta. La vetrina politica per eccellenza.
Ma la Calabria non riparte. E con lei neanche l’Italia. Almeno per ora. E’ ferma, impantanata nel fango del potere oscuro. Intrappolata da intrecci pericolosi tra ‘ndrangheta, massoneria e politica (la nuova trinità, nella quale ognuno è anche l’altro. Indissolubilmente.) Altro che “proposte shock” per il rilancio del Mezzogiorno. In Calabria servirebbe più STATO. Quello Vero! Col pugno di ferro! Quello che controlla e che tutela i suoi cittadini: noi, gli Italiani!
E non basta una briciola di Stato, qui ci vorrebbe tutta la pagnotta. Già! Una briciola, come quella che ha posto i sigilli a 8 Km di A3 tra Mileto e Rosarno. Un tratto di autostrada molto pericoloso. Secondo gli investigatori a rischio crolli perché costruito, peraltro con materiali scadenti, in una zona classificata R4, ovvero ad alto rischio idrogeologico. I quattro viadotti incriminati, infatti, sono stati edificati sull’alveo del fiume Mesima. In barba a tutte le regole di sicurezza. Chi doveva controllare non lo ha fatto mettendo in pericolo la vita, non solo dei calabresi, ma di tutti coloro i quali percorrono, ignari, ogni giorno quei chilometri mortali di autostrada. 21 sono le persone finite nel registro degli inquirenti. L’accusa è delle peggiori: disastro doloso, falso ideologico e materiale, truffa ai danni di ente pubblico e smaltimento illecito di rifiuti di lavorazione. E, se non basta, aggiungerei che, grazie a quei lavori fatti male, durante l’ultima stagione invernale le esondazioni del Mesima sono state numerose. E, ognuna di esse ha causato danni notevoli all’agricoltura della vasta zona colpita.
Glielo dite voi, al Presidente del Consiglio che da queste parti di cantastorie non ne abbiamo bisogno? E che se anche ne volessimo ascoltare qualcuno ne abbiamo di fatti in casa alla Regione Calabria, di cui peraltro, capiremmo meglio anche l’accento (silano). A parte la vitale autoironia, ciò che mi indigna è che i cosiddetti giovani della politica utilizzano ancora gli strumenti orrendi dei loro padri e dei loro nonni. Pensano di avere a che fare con un popolo di cretini che si lasceranno abbindolare in etereo. Invece, la misura è colma perché la povertà sta facendo arrabbiare anche i più santi. Forse anche quella grande mistica, Mamma Natuzza, che viene venerata a pochi chilometri dall’uscita di Mileto e che forse potrebbe essere l’unica a fare il miracolo. Se non completare l’A3, almeno far cadere questo governo di araldi senza proclami.