Parchi nazionali minacciati dalla mafia
Nessuna tregua per gli onesti. La mafia colpisce ancora, con la stessa determinazione di un tempo. Con le lupare bianche, si fa per dire, ancora roventi dopo l’ultimo atto intimidatorio o, peggio ancora, dopo l’ultima di tante scomparse “inspiegabili”. Quelli non perdonano, non dimenticano! Gli sgarbi, che si tramandano di padre in figlio, si pagano a duro prezzo. Con il sangue, quasi sempre innocente. Anche dopo anni, secoli. Non importa quando o dove: a quelli interessa fare solo “giustizia”. La loro.
Sono centinaia le persone sotto scorta, in costante pericolo di vita. Alcuni, aggiungerei. Perché altri, invece, vivono come dei parassiti a danno dello Stato o, meglio, del popolo italiano. Abbandonato a se stesso da un politica sorda e disattenta. Pronta a chiedere, mai a dare.
Nella notte un nuovo attentato. Questa volta al presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, già sotto scorta dopo alcune minacce subite. In prima linea nella battaglia per sottrarre pascoli e terreni ai clan. Si è salvato per fortuna. Il presidente del Parco stava rientrando da Santo Stefano di Camastra a bordo dell’auto blindata della polizia, lungo la strada la vettura si è dovuta fermare a causa di grossi sassi messi in mezzo la carreggiata. A quel punto sono partiti i colpi di lupara che hanno raggiunto l’auto con all’interno Antoci. I poliziotti hanno subito risposto al fuoco e i killer sono fuggiti. Dunque, la storia si ripete.
Come Antoci, anche il Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte, Giuseppe Bombino, è stato più volte minacciato. Recentemente la ‘ndrangheta gli ha fatto trovare sul cofano dell’auto, la tesata mozzata di un capretto. Un avvertimento chiaro, preciso. Ancora prima gli erano stati spediti dei proiettili e delle lettere minatorie, accompagnate da numerose telefonate anonime. Ma Giuseppe Bombino non vive sotto scorta. Eh già! Lui è solo sotto tutela.
Una gazzella dei carabinieri, o una jeep del corpo forestale lo segue di tanto in tanto quando si reca in Aspromonte. Covo storico dei mammasantissima. Rifugio sicuro per i traffici illeciti della ‘ndrangheta: dai rifiuti tossici alle armi e alla droga. Sono loro i veri padroni di quelle terre. Dominano incontrastati. Decidono anche del levar del sole e delle tenebre. “Ho paura. Oggi più che mai.” ci dice al telefono Giuseppe Bombino “penso che potrebbe capitare la stessa cosa anche a me. Lui è stato fortunato. Gli uomini della scorta lo hanno salvato. A me potrebbe andare peggio. Per loro sono un personaggio scomodo perché mi occupo del Parco come si deve. Vado quasi ogni giorno in montagna e per loro è una sfida. Mi vedono come un pericolo.” Gli chiedo perché “Lottiamo contro il pascolo abusivo e vigiliamo sulle montagne. Ma non posso dirti di più.” Ed io rispettosamente non chiedo perché questa terra non vuole più martiri, né eroi. Solo gente che rispetti la Legge.