Meno tasse al Sud. Ma solo per i pensionati. Basterà?
Siamo proprio sicuri che i pensionati di tutto il mondo siano pronti a fare a cazzotti pur di venire a vivere in Italia? Non credo. Già i nostri pensionati scappano e non hanno proprio voglia di tornare indietro e rifare le valigie. Chi glielo fa fare? La promessa di tasse al 7% per cinque anni? No, non basta. Per importare ricchi pensionati dall’estero serve ben altro. Anche per rimpatriarli.
La lega, però, ci vuole provare. Vuole rendere il Meridione, da poco conquistato, un’oasi. Un paradiso. O, perlomeno, l’anticamera. Pensa ad una legge ad hoc per ripopolare i piccoli paesi al di sotto dei venti mila abitanti. Tasse più basse a chiunque decida di trasferirsi a Mazzara del Vallo, Tropea, Gallipoli, Amalfi… Certo, bisogna avere un requisito importante: essere residenti all’estero da almeno 5 anni. Altrimenti addio alle tasse basse. Addio alla piccola spiaggia inaccessibile, rifugio degli innamorati della Costa Viola. Addio al caldo sole di Sorrento e al profumo dei limoni. Addio alle sgagliozze fritte della nonna di Bari vecchia che, a mangiarle, ti scotti il palato. Addio Italia. Auf wiedersehen. Adiós.
Ma l’Italia, oltre al sole e al buon cibo, cosa è in grado di offrire ai vecchietti acciaccati con sandali e calzini? Forse una buona sanità? No, quella proprio no. I trasporti? Macché. I servizi? Neanche quelli. Ma allora cosa possiamo offrire agli ultra settantenni oltre ad un buon piatto di spaghetti e ad un cappuccino? Nulla. Soprattutto al Sud Italia.
Rientro dalle Canarie (meta ambita dai nostri pensionati) senza successo. Ho fallito la mia missione. Quale era? Quella di convincere i nostri vecchietti a tornare nel Bel Paese. Ad approfittare della legge leghista. Ma niente. Non ce l’ho fatta. “Qui stiamo fin troppo bene. Io sono rinata.” Mi dice Margherita, rinominata dagli altri pensionati italiani “la sindaca” di Playa de Arinaga. “Il lunedì e il mercoledì andiamo a scuola di spagnolo, il martedì e il giovedì giochiamo, il sabato facciamo le escursioni e poi andiamo sempre al mare.” Dice Margherita illuminata dal sole caldo delle Canarie. “Non ci penso neanche a tornare in Italia. Voglio morire qui. Voglio che le mie ceneri vengano sparse nell’oceano. Qui si vive tutta un’altra vita. È estate tutto l’anno.” Ma il governo vi dice di tornare. Le chiedo… “No, no volveré. Por supuesto que no quiero. Aquí estoy en el cielo. – No, non torno. Chiaro che non voglio. Qui sono in paradiso.” Mi risponde in spagnolo. E le richieste per raggiungere Margherita alle Canarie sono tante. A dirlo è Elisabetta, responsabile dell’agenzia Yes We Canaryche. Lei si occupa dei trasferimenti dei nostri pensionati. Dall’accredito della pensione alla casa, dalla scuola di spagnolo ai consigli sulla spiaggia migliore da frequentare. Si occupa di tutto. In macchina, dall’aeroporto di Gran Canarie a Las Palmas, la città più grande dell’isola, mi spiega che sono in tanti a vivere lì. La vita è migliore. Non c’è la frenesia italiana e, soprattutto, si pagano meno tasse. Per non parlare dei servizi. Funzionano. In Italia no!