Carola contro Salvini: chiudetegli “il becco”
Attenzione, la paladina della democrazia gioca a fare la fascista. Sì, Carola Rackete, la comandante della Sea Watch 3, indossa la camicia nera e alza la voce. Vuole chiudere il becco a Salvini. Basta cinguettii e post su facebook, i profili social del ministro vanno chiusi. La parola d’ordine della capitana è una sola: CENSURARE.
Ma come, dov’è finito quello spirito rosso di libertà di pensiero, di parola, di espressione che la capitana ha mostrato sul molo di Lampedusa? Proprio lei “minaccia” ed intimidisce Salvini? La donna dei porti aperti vuole i profili chiusi. Qualcosa non funziona. Troppe offese, dicono i legali, che hanno preparato una bella denuncia per diffamazione e istigazione a delinquere contro il ministro. L’avvocato chiede il sequestro dei profili Facebook e Twitter del leader della Lega. A loro dire “risultano pubblicati e diffusi i contenuti diffamatori e istigatori” contro la capitana tedesca. Già “sbruffoncella” è un po’ troppo.
Questo è un nuovo atto della commedia “Sea Watch”. Questa volta, però, il palcoscenico non è quello caldo e umido di Lampedusa, ma il rovente tribunale di Roma. Il sipario si riapre e Carola si riprende la scena puntando il dito contro Salvini. Un ottimo modo per sponsorizzare la ONG tedesca che, nei giorni scorsi, con la nave a mollo a poche miglia dalla costa italiana, ha incassato centinaia di migliaia di euro per le spese legali della capitana.
La risposta di Salvini, però, non è tardata ad arrivare e, proprio tramite i social scrive: “La comunista tedesca quella che ha speronato la motovedetta della Guardia di Finanza, ha chiesto alla Procura di chiudere le mie pagine Facebook e Twitter. Non c’è limite al ridicolo. Quindi posso usare solo Instagram?”.
Se la capitana dovesse spuntarla anche questa volta sul capitano il numeroso popolo social di Salvini (8.543.163 di followers tra facebook e twitter) rischierebbe di rimanere senza “guida”. Dovranno rinunciare alle foto dei cappelletti, delle fette di pane e nutella, degli arancini e, soprattutto, alle sue dirette fiume. Una pretesa, quella della capitana, che non può essere accolta. Noi siamo democratici lei, forse, un po’ meno.