Zelensky, parole al vento
Ma che senso hanno tutti gli interventi del presidente ucraino alle Camere dei principali Paesi se poi le sue parole non vengono ascoltate? Da settimane, giorni, Volodymyr Zelensky parla al vento. Chiede aiuto, chiede l’intervento della Nato. Chiede che i cieli vengano protetti. Tutti sappiamo che è quasi impossibile, lo sa anche lui che un intervento militare scatenerebbe la terza guerra mondiale. Ma lui parla e spera. Chiede. E striglia, rimprovera. Ammonisce e punta il dito, cerca di difendere il suo Paese dall’invasione russa. Sa di essere solo in questa guerra. Sa che l’Occidente potrebbe fare molto di più. Anche il nostro Parlamento si prepara al suo intervento, tra favorevoli e contrari. “Chissà cosa ci dirà, cosa ci rimprovererà” borbottano i parlamentari anche un po’ preoccupati.
Alla Camera dei Comuni l’otto marzo Zelensky ha detto:
“Non abbiamo iniziato questa guerra e non l’abbiamo voluta. Non vogliamo perdere il nostro Paese allo stesso modo in cui voi non voleste perdere il vostro Paese quando i nazisti vi stavano combattendo.”
“La Nato non si è comportata come doveva. Per favore rafforzate le sanzioni, per favore fate sì che i cieli ucraini siano sicuri, fate quello che va fatto per rimanere in linea con la grandezza del vostro Paese.”
Ieri al Congresso degli Stati Uniti d’America.
“Il nostro Paese vive l’11 settembre da tre settimane. Kiev è vittima dei bombardamenti dei russi tutti i giorni ma noi non molliamo. È chiedere troppo creare una no-fly zone sui cieli ucraini? Vogliamo una no-fly zone umanitaria. Abbiamo bisogno di una no fly-zone.”
La Russia ha trasformato i cieli dell’Ucraina in un ponte di morte per migliaia di persone. I soldati russi hanno già lanciato oltre 1.000 missili contro l’Ucraina, bombe a grappolo, droni. Il popolo ucraino cerca la libertà e resiste da anni all’aggressione russa, tutti stanno cercando di interrompere questa invasione russa su larga scala. Mosca non ha attaccato solo le nostre città ma i nostri valori. Noi vogliamo solo quello che avete voi: la possibilità di scegliere della nostra vita. Abbiamo bisogno di voi”.
“Noi proponiamo di creare un’associazione, ‘United For Peace’, un’unione di Paesi responsabili che hanno la forza e la consapevolezza di voler fermare i conflitti immediatamente, fornendo tutta l’assistenza necessaria in 24 ore, se necessario anche armi, sanzioni, ma sicuramente supporto politico, umanitario. Dobbiamo fermare gli aggressori che vogliono soggiogare le nostre nazioni”.
Oggi al Bundestag, al Parlamento federale tedesco la strigliata all’Europa.
“I leader dell’Occidente hanno agito troppo lentamente per fermare l’invasione russa dell’Ucraina e non sono andati abbastanza lontano per scoraggiare Mosca dalle sue azioni bellicose.”
“Non e’ un muro di Berlino ma un muro nell’Europa centrale fra la liberta’ e la servitu’ e questo muro s’ingrandisce bomba per bomba. Un popolo e’ in fase di distruzione in Europa, aiutateci a fermare questa guerra“.
“Caro popolo tedesco, com’e’ possibile che, quando abbiamo detto che Nord Stream 2 e’ una sorta di preparazione alla guerra, abbiamo ascoltato per risposta che si trattava di ‘economia, economia‘. Era invece uno dei mattoni per il nuovo muro.”
E l’occidente cosa fa? Applaude.