Un no vax aggredisce il giornalista di Repubblica, a Roma

Un no vax aggredisce il giornalista di Repubblica, a Roma

Ieri il quotidiano Libero ha titolato: Criminali no vax. Oggi il virologo Bassetti ha detto che sono dei terroristi, e come tali vanno puniti. Da mesi sugli organi d’informazione si sottolinea che nelle loro manifestazioni ci sono, tra gli altri, i neofascisti di Forza Nuova. Ergo: i no vax sono un branco di fascistoni.

Criminali. Terroristi. Fascisti. Nemici pubblici. Se quelli che non vogliono vaccinarsi, circa un quarto della popolazione italiana, fossero tutti così, ci sarebbe da preoccuparsi seriamente. Sono un pro vax, mi sono vaccinato e sono contento di averlo fatto. Ma ho molti amici che preferiscono evitare il vaccino. Quelli che conosco – e alcuni scendono in piazza – sono persone perbene e intelligenti (anche se, secondo me, disinformate). E tutt’altro che sovversive. Dissentono dalle politiche governative. Punto. Se fossero feccia umana, come vengono dipinti sugli organi d’informazione, non sarebbero di certo miei amici.

Certo, qualcuno di loro ha commesso azioni ignobili. Come prendere a pugni e minacciare giornalisti, virologi e politici; o come distruggere un gazebo dei Cinquestelle. Fatti esecrabili, che vanno puniti. Ma si tratta di poche decine di facinorosi su migliaia di manifestanti, e su milioni di no vax. Sostenere, come sempre più si tende a fare, che TUTTI i no vax siano delinquenti, è come affermare che TUTTI gli immigrati sono ladri e stupratori; che TUTTI i musulmani sono jihadisti; che TUTTI i tifosi sono violenti; e che TUTTI i politici sono corrotti. Una solenne idiozia. Eppure…
Eppure è proprio ciò che sta succedendo. Conosco persone che arrivano a cancellare dai loro amici di Facebook chi è colpevole di avere un’opinione diversa dalla sua. Perché? Perché se sostiene una posizione diversa non può che essere un farabutto! E ci sono estremisti intolleranti anche tra i no vax: sbagliano ad etichettare come covidioti quelli che, come me, si attengono alle indicazioni delle autorità sanitarie e governative e credono in quella che loro chiamano “la verità ufficiale”.

Prima o poi – speriamo la prossima estate, come prevede il Dott. Fauci – l’emergenza pandemica cesserà. Il Covid si ridurrà ad una forte influenza, e torneremo a vivere più o meno normalmente. Ma il frutto avvelenato della pandemia resterà: la guerra totale, assoluta, inconciliabile tra fazioni contrapposte. Oggi sono i pro vax e i no vax, i sì Pass e i no Pass; domani saranno contrapposizioni politiche, etniche, religiose, culturali, sessuali.

Non si tratta di novità: l’odio e l’incomunicabilità tra chi la vede in un modo e chi nell’altro sono una piaga antica. Che si è acuita nella nostra epoca dei social, dove il cybersquadrismo è ben radicato. Ma adesso la battaglia diventa ancora più aspra: ci si guarda in cagnesco tra vaccinati e non, anche tra amici e perfino tra membri della stessa famiglia. Non si comunica. Non si trova un punto d’incontro, un accordo. Un po’ come, in circostanze ben più drammatiche, accadeva durante la Resistenza, dove a volte padri fascisti e figli partigiani vivevano sotto lo stesso tetto. Inutile aggiungere che questa situazione presenta gravi pericoli per la nostra democrazia. Che per funzionare deve basarsi su un ampio consenso, e non sulla guerra per bande rivali.

La soluzione? Non essere dogmatici. Avere il coraggio di aprirsi alle posizioni altrui. E non credere che chi la pensa diversamente è un cretino, o uno stronzo. Altrimenti i cretini, e gli stronzi, siamo noi.

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