Personaggi / Il mistero svelato della vita di Monk
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«Volevo raccontare una storia a più livelli, ma soprattutto volevo parlare di Monk e dei jazzisti all’epoca del mccartismo». Nasce così il “Misterioso -A journey into the silence of Thelonious Monk” di Filomena Campus su testo di Stefano Benni, in scena ai
Riverside Studios di Londra fino all’8 novembre. La Campus (jazzista di origine sarda, come ci tiene a sottolineare) l’ha riscritto e reinterpretato, trasformandolo in qualcosa di molto diverso dall’originale e il risultato è il racconto in musica di una storia d’amore, quella tra il geniale pianista jazz Thelonious Monk e la contessa Pannonia Rotschild, che ne racchiude un’altra, più dura, sul razzismo. Ma è, soprattutto, un grande concerto jazz.
Per l’occasione il teatro si trasforma in un club della New York anni Cinquanta. La contessa Pannonia (interpretata dall’attrice-acrobata Tamsin Shasha) calca il palcoscenico disinvolta, e parla della sua storia con Monk, del razzismo che ha permeato le loro vite e le loro scelte. Attorno a lei, alcuni dei più celebri jazzisti britannici non smettono per un attimo di improvvisare, creare la colonna sonora che è anche la colonna portante dello spettacolo. In un angolo, aggrappato al suo pianoforte, siede Monk, interpretato dal bravo Pat Thomas. Non parla quasi mai, ma il suo è un silenzio eloquente che alle parole preferisce le note. Durante gli ultimi sette anni della sua vita Monk non aprirà più bocca.
«Magari il suo silenzio conteneva qualcosa, dei sogni, dei desideri, forse addirittura un’intero universo», spiega Stefano Benni in un incontro con il pubblico dopo lo spettacolo a Londra. «Ci sono cose che non si riescono a esprimere in nessuno modo». Per Stefano Benni, Monk è stato un bisogno che era necessario raccontare: «Nella cultura musicale italiana di oggi manca un esempio, i nostri musicisti copiano la roba che viene dall’America. C’è bisogno di un personaggio come Monk, di qualcuno che abbia lottato così duramente per essere unico e brillante».
Lo spettacolo della Campus, direttrice artistica della compagnia Theatralia, aveva debuttato a Londra tre anni fa, con tre date tutte sold out. «Uno spettacolo italiano, anche se in lingua inglese, che va in scena per tre settimane a Londra è da considerarsi un gran risultato», dice la Campus, Abbiamo ricevuto fondi dall’Arts Council britannico e qualcosa da Feltrinelli, niente di più». Domani Stefano Benni presenterà lo spettacolo all’Institute of Germanic and Romance Studies di Londra.
In allegato: musiche di Monk