Dibattito / Da Debussy a Corea, la catena delle sorprese
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Alla ricerca del mai detto spettacolare. Il suono mai udito, la viariazione della variazione, la trovata, l’accoppiata, la scoperta postuma, la rivelazione…e avanti così. Che meraviglia muoversi nell’universo mondo degli accadimenti e scoprire che l’evento è il duo Bollani-Corea (domenica 4 luglio a Roma nell’Auditorium parco della musica), che il cantante compositore Seri Tankian è tanto cambiato quanto eccentrico (dopo la militanza nei System Of a Down ora si ciminta con le orchestre – oggi all’Arcimboldi di Milano), che il jazzista Enrico Rava – lunedì 5 sul palcoscenico nella provincia meneghina, a Villa Arconati, con Gianluca Petrella – ha scoperto Michael Jackson; e ancora, che un fauno di Debussy firmato Eugenio Scigliano – ad “Acqui in palcoscenico” il 9 luglio… danza nel camping…
Gli esempi potrebbero continuare, nel senso che apri un qualsiasi giornale che dà spazio a musica e spettacolo del nostro tempo, sfogli i programmi dei festival e su Internet rintracci gli appuntamenti dell’estate, e ti accorgi che il famoso “famolo strano” alla Verdone continua a essere tanto supremo quanto globale riguardo gli eventi di tutte le arti che popolano il mercato di questo settore. Certo, si dirà: non è un fatto nuovo che il marketing anche da queste parti giganteggi e che le esigenze di botteghino facciano optare per “confezioni” vendute già a scatola chiusa. Ma al di là della bontà delle performance, e un Bollani-Corea è un’estasi in partenza, a proposito di sensazioni forse si può anche dire che il gioco al rialzo dell'”originalità” sia diventato un’abitudine. Anzi di più. Che ormai quel fauno abbia ballato un po’ dappertutto, che un musicista tra i migliori che il Bel Paese possa vantare, sia stato fulminato sulla via di Damasco, che insomma se non sei nato a Beirut e se non sali sul palco con cilindro e bastone e di te i media dicono che hai una certa estetica musicale, allora…
Che dire, le idee fioccano tanto quanto i “live” nella caccia estenuante dell’inedito, forse perché la cosa che è diventata più estenuante è la sempre più faticosa ricerca di linguaggi, innovazioni, del nuovo vero. Intanto si mescola, si sperimenta, si rimescola con nomi nuovi, grandi nomi, titoli storici da rivedere, correggere, rifare e riproporre. E speriamo che il vento torni in poppa alla svelta e che qualcuno, finalmente, riesca a cavare quel sangue dalla rapa che non arriva mai.
In allegato: Chick Corea