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Raccontare di sguardi tra chi sbarca e chi vede sbarcare, vicende di campagna e arie di festa, dello stare insieme. La musica popolare è ricca di fascino, storie e suggestioni. C’è chi, per fortuna,  non molla mai. E resta in pista a difendere questa tradizione che, vale la pena difendere. In molti Paesi del mondo è stata ed è anche un grande serbatoio per i compositori di musica contemporanea. Non solo, in questo ambito non mancano le sperimentazioni e le mescolanze. Qualche idea?

C’è il Quartetto Urbano per esempio, che presenta concerti e spettacoli di canti della tradizione italiana e composizioni contemporanee; tra gli autori si possono segnalare Giovanna Marini, Antonella Talamonti e Xavier Rebut. Una formazione davvero interessante (si è avuta l’occasione di vederla domenica 26 dicembre al teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma – e per chi volesse seguire ecco qualche altra data: il 18 febbraio saranno di nuovo a Roma, Centrale Preneste). Col suo repertorio, il Quartetto in  questione, fa una sorta di viaggio sonoro per l’Italia, fra le canzoni del mondo contadino e pezzi moderni, una sorta di alternanza continua e contaminazione.

In pratica, attraverso test sui trimbri, sui colori delle voci, questa formazione capitolina – che è composta da Germana Mastropasqua, Flaviana Rossi, Michele Manca e Xavier Rebut – da oltre dieci anni esplora i più diversi universi e i linguaggi musicali, per esempio: dalle campagne alle realtà urbane, dai canti rituali alle creazioni originarie. Il quartetto – i cui brani si possono ascoltare su www.myspace.com/quartettourbano – (ma è interessante leggere anche un racconto intervista  http://www.voiceart.net/press/interviste/54-intervista-racconto-con-il-quartetto-urbano.html), imposta i propri spettacoli come una “grande partitura” con la quale – attraverso le esecuzioni – ci si muove da un punto all’altro dei mondi musicali rappresentati.
In allegato: musiche del Quartetto Urbano