Direttori / Bellugi, una bacchetta del ‘900 da ricordare
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Era un personaggio della “grande vecchia guardia”, e nel suo curriculum – sin dalla formazione – si vedeva l’eccellenza. Studi con alcuni dei migliori compositori e musicisti del Novecento, tanto per dirne una. Come bacchetta aveva trascorsi di tutto rispetto, eccome. L’altro giorno è mancato, così lasciando un vuoto nella vita culturale italiana, ma un nome in più di spessore da ricordare.
Stiamo parlando del musicista e direttore d’orchestra Piero Bellugi. Accademico di Santa Cecilia è stato, tra l’ altro, direttore dell’Orchestra sinfonica della Rai di Torino. Diplomato in violino e viola, è stato allievo di Luigi Dallapiccola, Igor Markevitch e Leonard Bernstein. Durante la sua lunga carriera ha diretto grandi solisti fra i quali Accardo, Ashkenazy, Brunello, Gazzelloni, Oistrakh, Rostropovitch, Rubinstein, Stern e Ughi.
Sperimentatore eclettico ha collaborato anche con attori tra cui Giorgio Albertazzi, Carmelo Bene, Maddalena Crippa, Roberto Herlitzka, Elisabetta Pozzi, Anna Proclamer. Bellugi ha presentato in prima esecuzione molte composizioni di autori del nostro tempo, fra i quali Berio, Bussotti, Dallapiccola, Luciani, Gentilucci, Giani-Luporini, Messiaen, Milhaud, Nono, Penderecki, Petrassi, Prosperi, Sciarrino, Sollima, Tutino.
È stato direttore dell’ Orchestra Toscanini di Parma, dell’Orchestra della Radio Portoghese a Lisbona e dell’ Orchestre Sinfoniche di Oakland, (California) e di Portland, (Oregon). Tra i suoi impegni maggiori quello della formazione dei giovani musicisti: ha partecipato alla formazione delle orchestre giovanili di Boston, dell’Università della California a Berkeley e dell’Orchestra Giovanile Italiana con la quale ha effettuato per un decennio tournèe in Italia e all’estero.
In allegato: Piero Bellugi