Chi ama la musica, è curioso, e pensa che scoprire nuovi suoni e nuove idee – al di fuori dei flussi commerciali anche di qualità – almeno una volta dovrebbe andare alla Biennale Musica di Venezia (festival di musica contemporanea, dal 14 al 25 settembre, edizione 2022); si dovrebbe anche senza avere una cultura specifica. Un’avventura. Tra gli obiettivi principali della manifestazione, presentare al pubblico alcune delle proposte nuove, interessanti, magari inedite, in circolazione in questo momento. Filoni creativi e strade inedite. Quest’anno, come spiega il presidente del festival Lucia Ronchetti (nel video 1), uno dei piatti forti è: il teatro musicale. Un esempio in forma strumentale è la proposta del compositore Leone D’Oro, Giorgio Battistelli: “Jules Verne”, ovvero un'”immaginazione in forma di spettacolo per trio”.

Definizioni: il termine “teatro musicale sperimentale” viene utilizzato per denotare una qualificazione di spettacoli che non seguono i canoni di solito riscontrati; rappresentazioni difficilmente classificabili e teatro d’avanguardia che prova nuove esperienze o utilizza un metodo sperimentale. Tutto questo naturalmente non è nato oggi; negli anni Settanta è stato al centro di dibattiti e produzioni (e per chi volesse approfondire c’è un’opera saggistica che raccoglie diversi scritti e che vale la pensa di leggere: http://omp.cini.it/public/index.php/FGCOP/catalog/book/3). Ovviamente, il genere si è evoluto. E la Biennale Musica 2022 ne offre generosamente esempi.

Ps. attenzione anche alle installazioni che si potranno trovare e ai progetti innovativi: io compositore Paolo Buonvino ha ideato una struttura scenica per contenere, proteggere e ospitare il pubblico di çiatu, all’interno della quale i musicisti creeranno un esercizio collettivo di respiro, in una forma partecipativa che vuole evocare e trascendere l’esperienza di sofferenza e paura vissuta nella pandemia
(www.labiennale.org)