Il buco dell’Inps. Chiedete a Prodi

Cerchiamo di raccontare la questione del presunto buco dell’Inps come se fossimo dei privati e non mamma Stato. La cosa in fondo è semplice. Un paio di anni fa il governo Monti ha deciso di fondere nella grande Inps, la più piccola Inpdap. È il fondo previdenziale che si occupa dei 2,8 milioni di pensionati pubblici. E ovviamente dei prossimi dipendenti statali che andranno in quiescenza. Il motivo formale era nobile: ridurre di 100 milioni il costo di queste burocrazie. In fondo, Inps e Inpdap facevano e fanno lo stesso mestiere: incassano i contributi sociali da lavoratori e datori di […]

  

Il software dell’Inps e la voce delle Imprese

Pubblico un comunicato stampa dell’associazione confindustriale che rappresenta i produttori di software getionale e fiscale. Perchè il cuoco lo fa? Questa comunicazione spiega a che livello siamo arrivati. Si intuisce che l’Inps con una sua circolare sta incasinando la vita di queste imprese. Che chiedono, pregano di rivederla. Ma soprattutto si capisce perchè non avremo mai non dico una Silicon Valley, ma un modesto distrettino tecnologico in questo paese. Se anche gli uomini stampa di confindustria sono costretti a spiegarsi come nel comunicato che leggete, vuol dire che siamo finiti. Un’impresa in Italia, oltre a subire vessazioni di tutti i […]

  

Le tasse, Bergamo e i fucili

Sequestrare 15 persone e imbracciare un fucile all’interno dell’Agenzia delle Entrate, è una mossa che non ha scusanti. In uno stato di diritto si può tollerare la violenza in nessun caso. Ciò che si può e si deve fare è però interrogarsi sui motivi di questa febbre che sta investendo l’Italia: da sud a Nord, da poveri a ricchi, da piccoli a grandi. Nessuna giustificazione, ma qualche ragionamento è necessario farlo. 1. Diciamolo con chiarezza. Fino a pochi anni fa in Italia le tasse si riuscivano a tollerare. In parte perché il mercato tirava. In parte perché erano meno asfissianti. […]

  

Chi paga le pensioni

Stefano Patriarca, responsabile del centro studi dell’Inps, ha fatto un po’ di calcoletti sulle pensioni. E sulla differenza di trattamento che avremo noi che andremo in pensione con il metodo contributivo (sulla base dei contributi versati) e gli altri che vedono il calcolo della propria pensione in qualche modo parametrato alle retribuziuoni. Un lavoratore che l’anno scorso è andato in pensione con 2031 euro al mese (media delle liquidazioni Inps per i trattamenti di anzianità) avrebbe dovuto prendere non più di 1050 euretti (calcolando i contributi versati e rivalutati al generoso tasso del 9,5 per cento l’anno). “La differenza -scrive […]

  

Il manifesto degli ipocriti

Ho letto con attenzione il manifesto delle imprese. Imbarazzante. Buona la richiesta di alzare l’età pensionabile e azzerare quelle di vecchiaia. Certo se gli industriali non avessero contribuito a cancellare lo scalone Maroni, oggi non potrebbero lamentarsi. Ma sono favolosi nella loro ipocrisia. Tre anni fa diedero ragione al governo Prodi-Damiano per abolirlo (costo 9 miliadri l’anno) e oggi chiedono al governo più o meno di reintrodurlo. Insomma esattamente come hanno fatto con l’articolo 18, che in un tavolo lo chiedono, e nell’altro lo affossano. L’impressione è che i nostri eroi siano come i politici: bravini nei programmi, ma ottusi […]

  

Un altro Lunedì e le solite pensioni

Come previsto, e facilmente prevedibile, un altro lunedì di passione. Solo un piao di articoli fa parlavo dei lunedì neri che si sarebbero ripetuti. Il cuoco è convinto da tempo che il pessimo andamento dei mercati abbia poco a che fare con la nostra pessima manovra. Entrambe le cose sono vere, ma la loro relazione non è così stretta. O meglio. Se l’Italia avesse adottato una manovra perfetta (e in questa cucina ognuno ha le sue ricette) comunque i mercati sarebbero saltati sul debito più alto dell’Europa. Il punto è che non abbiamo voluto toccare i nodi fondamentali della nostra […]

  

Inps, ma quanto mi costi

I commensali sanno, fino alla nausea, l’idea del cuoco sulle pensioni. Non riesco a capire per quale dannato motivo le nuove generazioni debbano avere pensioni meno generose (calcolate con il metodo contributivo, quanto verso ricevo) e con età più elevate; mentre le passate generazioni godono di pensioni più ricche (calcolate con il metodo retributivo, l’assegno in funzione dei miei ultimi stipendi) e con anzianità lavorative inferiori. Non riesco a capire per quale dannato motivo i diritti acquisiti delle passate generazioni, siano le fregatura delle nuove. Che qualcuno mi aiuti a capirlo. Non già dal punto di vista tecnico: la rapina […]

  

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