Giovedì 18 dicembre 2014 – San Graziano vescovo – Redazione SUD, Area industriale Porto di Gioia Tauro

Ancora polemiche? Ancora titoloni sui giornali? Ancora Presepe sì Presepe no? Ma che due palle!!!

Ogni anno, a fine novembre, c’è sempre il coglione di turno che, pur di guadagnarsi una riga e mezza di menzione sul giornaletto locale, si inventa una qualche ignobile vigliaccata sul massimo simbolo della Cristianità. E ci riesce pure, ad andare sui giornali. Come gli riesce la bastardata di far girare i maroni a mezza Italia.

Sono anni che vorrei capire quale sia il problema che si crea intorno al Presepe! A chi non piace e perché!

Eduardo, nella sua immensa capacità di leggere il futuro, quanto di interpretare il presente, gli aveva dedicato un’intera tragicommedia. ” Te piace, ‘o presepio?” “No! A mme, ‘o presepio nun me piace!” E padre e figlio taroccavano per due ore davanti a grotte e pastori. “Te piace?” “No! Nun me piace!” Intorno a loro, oltre alla famiglia che andava a pezzi, un segnale forte e inconfutabile: passano gli uomini e le loro tristi storie, ma il Presepe resta. A celebrare, confermare, certificare una grande Verità. D*o è Uomo! E non solo Signore del Cielo e della Terra.

E già! Noi abbiamo avuto la fortuna di una mastodontica Rivelazione: il Creatore è Ogni Cosa. Uomo compreso. Non è nostro padrone, ma è Noi. E, come sempre accade, siccome è gratis, lo trattiamo al pari dello zerbino davanti alla porta di casa.

Ci ha dato la chiave per riscoprire la nostra divinità, nascendo Uomo in una stalla, come a sottolineare che D*o è ovunque e in chiunque, anche nell’uomo più disgraziato; e noi lo consideriamo proprio così: un disgraziato. Un paria da tenere distante. Offendere e maltrattare ad ogni occasione.

Arrivano carrettate, barcate, camionate di senzadio e li appoltroniamo, secondo i Suoi comandamenti. Li sfamiamo e li curiamo, secondo i Suoi comandamenti. Li sposiamo pure, secondo i Suoi comandamenti. Li registriamo come fratelli, secondo i Suoi comandamenti. E, così, appena dimenticano gli stenti per arrivare da noi, grassi e riposati, pretendono la testa del nostro D*o. Che noi sappiamo essere anche il loro, ma che loro considerano meno di un porco al macello.

Ed ecco spuntare, fra di noi, quelle riccioline occhialute, con resti di gonnellone zingaresco anni settanta; quelle più grasse, capelli con la frangia fatta a mano, in stile post stalin; i professorini barbuti quasi Cacciari, coi denti ingialliti dalle sigarette fatte a mano; i blateranti televisivi, forfora sul collo della giacca, difensori dei furbi migranti; i sindaci di destra e sinistra ingrassati a pane e  SPRAR; gli alfabetizzati stranieri arroganti quanto la moglie del notaio del barone; tutti pronti a difendere i diritti di chi non li ha. Tutti pronti a crocifiggere il Nazareno già alla nascita. Come se fosse colpevole della Sua stessa Bontà!

Vado io, per caso, a scancellare mezzelune e scimitarre in giro per i Paesi non cristiani? Vado io, per caso, a scorciare fino al ginocchio quei copridivano che indossano le femmine dei pascià e dei loro sudditi ancora nel 2014 a.D.? Vado io, per caso, a sindacare su quanta ipocrisia regni in quei Paesi senza Cristo dove si beve alcol nei palazzi istoriati, ci si trucca Lancome e Chanel, si guarda la tv occidentale e si scimmiottano gli Champs Elysées e via Condotti, mentre pubblicamente si proclama l’esatto contrario?

E, allora, mi chiedo perché mai dovrei abbassare la testa, io e il mio Popolo, davanti alle pretese ASSURDE che riguardano, nientepopodimenoché IL NOSTRO CREDO RELIGIOSO e LA NOSTRA IDENTITA’ OCCIDENTALE!

La grotta è Santa. E Santo è colui che, ogni anno, la rifabbrica per i propri figli, per la propria gente. Santo è quel bue e santo quel somaro, sante le pecore e le galline, le oche e i cagnolini scodinzolanti che trovano posto, simbolicamente, intorno alla mangiatoia. Sante le montagne e i cieli stellati. La sabbia e i prati di muschio. Gli alberi di felce e i i laghi d’acqua minerale. Ogni simbolo porta alla Santità di una notte, quella notte, in cui D*o ha rivelato ANCHE la propria Umanità.

Ora, se gli sta bene, agli ospitati, siamo contenti. Altrimenti, vorrei ricordare alla mia gente che quello stesso D*o ha dato all’Italia la forma di stivale, proprio per ricordare a chi lo abita che un bel calcio in culo non fa male a nessuno. Soprattutto a chi lo da.

Così, tanto per dire cristianamente…

Fra me e me, mentre incollo le lesioni ai maroni.

 

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