Domenica 28 dicembre 2014 – Senza Santi in Paradiso – Taurianova, Piana di Gioia Tauro. Calabria

A Natale tutti più buoni? Ma anche no!

Non io, certamente.

Come faccio a puntare alla bontà quando uno dei più visti tg nazionali, oggi, per almeno 15 minuti non ha fatto altro che dare notizie di uccisioni, aggressioni, stragi e affini, commessi da stranieri? Con le viscere in subbuglio e uno strano formicolio alle mani, avevo più voglia di imbracciare una mazza chiodata e brandirla, che di cercare un motivo buono per non farlo. Molti, parenti e amici, mi ricordavano che sono cristiano: non basta. Cattolico: non basta. Occidentale e progredito: non basta. Alfabetizzato e acculturato: non basta.

Non basta nulla a convincermi che bisogna usare solo i più “buoni” fra gli strumenti della democrazia e della tolleranza contro questo fiorire di crimini efferati, importati nel nostro Paese da Stati lontani, assieme a milioni di Nonitaliani a cui abbiamo aperto, spalancato, le porte dell’Italia.

No! Non credo ai processi e alle condanne “scontate”, cioè inflitte con lo sconto. Non credo al recupero. Non alla rieducazione di gente marcia dentro, che scappa da Paesi in cui le galere sono un buco profondo direttamente collegato con l’inferno e senza possibilità di venirne fuori, e che viene in Italia perché sa che un omicidio commesso da noi, al limite, gli garantisce pasto caldo, stipendiuccio e qualche microannetto di gattabuia con tv e servizi.

Margherita Crivello, la signora italiana morta ammazzata da uno zingaro diciottenne a Torino per 15 euro, non può essere risarcita con qualche anno di condanna al suo spietato uccisore!!! Immagino il terrore negli occhi della poveretta, mentre il maledetto la colpiva ripetutamente. Sento nelle orecchie il suo accorato urlo di dolore e la richiesta di pietà. E vedo nitidamente la ferocia di cui sono intrise le carni dell’omicida e che arma la mano e la mente del truce assassino. Chi può impedirmi di dargli del porco? Il suo avvocato? O il clan al quale appartiene? O le associazioni buonine buonine, che, fottendosene della povera gente di casa nostra, si fanno fotografare fra i forestieri, che gli portano in tasca milioni e milioni di sovvenzioni?

Mi infuoco sentendo la nenia televisiva dei numeri di immigrati (e non migranti) che sbarcano quotidianamente sulle nostre coste: centinaia di migliaia in questo permissivo 2014. Con la benedizione della compagna Boldrini, la folle complicità di Papa Francesco, e il silenzio imbecille di ministri e capi di governo assoggettati a chissà quali poteri ammantellati!

Inorridisco al solo pensiero che l’anno che sta per nascere ne vedrà arrivare altre migliaia, di misteriosi invasori. E che molti di loro, magari terroristi incalliti, siano diretti qui, nella mia Italia, e non altrove. I peggiori, probabilmente: quelli che hanno già radici piantate nelle nostre contrade. Fratelli, padri, soci, complici, boss. Resteranno per delinquere, sparare, accoltellare e spacciare. Magari, far prostituire o prostituirsi. Unendosi ai peggiori fra noi. Che non mancano, comunque. (E smettiamola di dire che vengono a svolgere mansioni che gli italiani rifiutano: alla favoletta inventata dai media non crede più nessuno!)

Mi indigno, sì, se penso che questi novelli saraceni dalla faccia buona e la mente nemica ci costano milioni di euro. Gli stessi milioni che salverebbero altrettante famiglie italiane senza casa, lavoro, futuro. E mi infurio.

Sì, sì, mi infurio. Perché quando qualcuno tenta di denunciare le loro malefatte, viene trafitto dal giornalista di turno, dal prete o dal buonista da poltroncina televisiva, con l’accusa di razzismo, intolleranza, violenza. O, quantomeno, di demagogia e populismo.

Col piffero! Altro che razzismo o demagogia. Troppo spesso si tratta di sacrosanta verità. Andiamolo a chiedere a tabaccai, gioiellieri, farmacisti, benzinai, contro chi e cosa devono lottare quotidianamente. Chiediamolo alle donne che non possono girare l’angolo, senza correre il pericolo di essere trascinate dietro la prima siepe da giardinetto e stuprate da orde di porcherosi sciacalli infoiati. Chiediamolo alle Forze dell’Ordine, che li combattono ad ogni piè sospinto, li arrestano e se li ritrovano fra le balle, con altro nome, al reato successivo.

Insomma, basta! Fuori tutti! 

Proviamo a ristabilire i confini nazionali di tutti gli Stati. E vediamo che succede. Magari abbiamo ragione noi e sarà tutto migliore.

Oppure, se proprio ci fossimo sbagliati (e non credo proprio!), ci sarà sempre tempo per riaprire le porte.

E’ così difficile, del resto, ammettere che probabilmente stiamo esagerando con la pratica dell’accoglienza incondizionata? Che ogni negozio cinese o indiano che sia leva lavoro non solo ai nostri commercianti, ma anche a decine di commessi italiani che ci collaborerebbero? Che quasi tutti quei centri benessere asiatici siano dei bordelli, vietati dalla legge Merlin su tutto il suolo italiano? Che nei ristoranti non nazionali siano necessari controlli quotidiani per evitare che sulle tavole arrivino cani e gatti cotti ancora vivi? Che ogni paio di calzoni, di calzini, di calze e non solo, messi in vendita in certi negozi stranieri, vengano impastati con materie vietate non solo dalla legge, ma da ogni buonsenso immaginabile?

E’ così difficile ammettere che tutte le loro pratiche, religiose o sociali che siano, non meritano, molto spesso, alcuna integrazione, se non a danno dei secoli di progresso, lotte e vittorie che l’Occidente ha portato avanti e ottenuto col sangue versato da milioni di veri eroi? E penso a quelle pratiche offensive nei confronti di noi che ospitiamo, nei confronti delle donne e dei bambini, degli animali…

E, dunque, di cosa stiamo parlando ancora? Extra omnes! Per difendere la libertà, la democrazia vera, la Civiltà.

(Mi chiedo come mai gli americani, i russi, gli inglesi, i tedeschi, gli spagnoli, gli iracheni, i cinesi, i sauditi, gli egiziani, gli israeliani, i pakistani, gli indiani, i vietnamiti, i coreani, gli australiani, i messicani, …, …, …, … SPARANO addirittura a chi varca il confine, mentre noi li accogliamo con le ghirlande di fiori cantando Aloha e spalmando balsami sotto le piante dei loro piedi… )

Fra me e me. (Oggi anche Ali Agca è entrato in Italia senza visto! Puah!)

 

 

 

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