25 aprile sbiadito e afono
Mercoledì 25 aprile 2018 – San Marco – a Casa Spirlì, Taurianova
(bandiere islamiche – ??? – al corteo romano)
È passato, grazie a Dio. La notte sta ingoiando questo ennesimo 25 aprile. Domani, sarà un ennesimo altro giorno. E tutto tornerà nella normalità. Senza tante fanfare e senza tante menzogne. I giornalisti potranno riprendere a scrivere di Salvini e Di Mario; i palinsesti televisivi potranno riproporre le orrende e banali fiction sulla mafia e sul comeravamo; per le strade, i ragazzetti dei centri sociali abbandoneranno il tricolore fintamente indossato al collo o dipinto in faccia fra un tatuaggio e un piercing per tornare alla birretta e spinello di sempre. I vecchi finti partigiani potranno lumacare al centro anziani tentando di limonare con anziane ballerine di tango argentino e salsa cubana al rallenty.
Insomma, la liberazione 2.0 è rinviata di un giorno. Quando tutto sarà riposto in soffitta.Perché, oggi, per tutta la lunghissima giornata calda, siamo stati tutti presi al cappio mediatico del trito e ritrito ritornello propagandistico. Obsoleto e fuori contesto.
Il 25 aprile ci ha stancati. Perché quello che doveva essere detto, è stato, ormai, detto tutto. Quello che doveva essere condannato, è stato condannato. Quello che doveva essere stigmatizzato, è stato stigmatizzato. Quello che doveva essere denunciato, è stato denunciato. Tutti sappiamo cosa sia stato il 25 aprile 1945. E gli orrori e gli errori di prima non torneranno più. Mi auguro, invece, che non si perpetuino quelli del 25 aprile.
Perché, a dirla tutta, a me sembra che questo 25 aprile, più che festa della liberazione, sia la festa dell’odio. Della guerra civile. Delle torture e dei delitti senza processo e senza condanne.
I fascisti, infatti, sono stati condannati e anche giustiziati. A dire il vero, sono stati anche giustiziati senza condanna. Senza processo. Ma… in guerra, ci può stare. Non è civile, dignitoso, auspicabile, ma può accadere.
È quando i delitti vengono commessi a guerra finita, che non si può accettare il fatto gravissimo che restino senza processo e senza condanna. È come dire che la libertà si nutra di sangue. Anche innocente.
Nessuno parla delle marocchinate, per esempio (leggi). E nemmeno delle donne, a volte bambine, stuprate dai cosiddetti partigiani! (leggi)
Brutta roba, dunque, questo 25 aprile. Fortunatamente, quello di oggi sembrava più ad una sorta di sagra, di Pride, con tanto di suonatori e ballerine vestiti da carnevale.
Note stonate? E mica solo queste. C’erano i musulmani, a segnalare l’incoerenza della celebrazione. Nel ’45, loro erano nazisti!
Mancavano, invece, gli ebrei, nei cortei. Scacciati, non voluti, non invitati o fischiati. Loro, vere vittime. Ancora una volta.
Fra me e me.