Giovedì, 24 gennaio 2019 – San Francesco di Sales, Patrono di Scrittori e Giornalisti – da Casa Spirlì, in Calabria

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Non ce l’ha fatta! Il pastore dei pastori, e di tutte le greggi che formano IL Gregge, non ha convinto. Non ci ha “acchiappati” quella sua aria fintamente bonaria. Tantomeno il suo tono istrionicamente paterno. Non ci hanno calamitato le battute fuori copione, né i rimbrotti da compagno di bevute. Volevamo un Papa, non un nonno rompicoglioni e così poco ieratico.

Ci eravamo abituati bene, col Pastore Polacco dall’Anima antica, il Papa Wojtyla figlio della guerra, che ha patito pubblicamente le piaghe della sua Croce fino alla fine dei giorni. Meglio ci era andata con un Santo vivente, quel Benedetto XVI, ancora e per sempre Papa, che incarna il Cristianesimo, il Cattolicesimo, come nessuno mai! Ma con lui, col don Camillo gesuita da bassifondi che viene dalla fine del mondo – in tutti i sensi – abbiamo perso proprio la bussola! Non ci guida in nessun pascolo, non ci insegna nulla di nuovo, ma ci cancella secoli di Dogmi che ci servono, e ci piacciono, nella nostra parentela con la Santa Trinità. Ci allontana dagli altari, facendoci dubitare della divinità di Nostro Signore. Un Gesù socialista lo avevamo già sentito biascicare a qualche becero comunistoide con senso di colpa, ma da un Sommo Pontefice… mmmhmmm…. ci aspettavamo ben altre Verità!

Le chiese si svuotano, perché lui le tratta come trattorie per clandestini e ufficio di collocamento per preti politicizzati; perché i santi sacerdoti che difendono i propri voti si stanno sentendo, a sua cagione, quasi fuori luogo; perché noi credenti, praticanti e non, la Casa di Dio vogliamo che resti quel luogo sacro nel quale sentire ancora quel senso di filiale disagio solo ad entrarci. Quel sacro timore, quel balbettio che ci pervadono le carni, consce di aver sbagliato in qualcosa. In un pensiero, una parola, un’opera, un’omissione, come teniamo a dichiarare nel Confiteor.  Perché, se devo entrare spavaldo in una sala di un’associazione invece che in un tempio, allora scelgo il Circolo del burraco.

Il fatto è che, invece, la Fede mi conduce in quella meraviglia che è lo scrigno che racchiude il Tabernacolo. La Casa del Mysterium Fidei. Davanti a quella porticina che protegge il Corpo di Cristo, mio Signore, mio Dio. Del Quale, non solo non mi vergogno, ma mi compiaccio! 

Ah! Quanto amo essere e manifestarmi Cristiano. E Cattolico! Quanto mi appassiona la recita giornaliera del Santo Rosario! Quanto mi onora questo Scapolare del Carmelo che indosso h24 come un ulteriore e più nobile strato di pelle!

Ma, devo essere sincero, fosse per questo vescovo di Roma, del quale dubitiamo, fra l’altro, la legittimità, avrei già chiesto ai fratelli ortodossi di aiutarmi a raggiungerli. Nonostante il dramma del Filioque

Bergoglio è divisivo, fingendo di voler globalizzare. Fissato con un cristianesimo da centro sociale, dimentica che Dio SI È SCELTO UN POPOLO!  E che CRISTO ha SCELTO I PROPRI DISCEPOLI! E che i Vangeli sono pieni di affermazioni di GESÙ sulla necessità di SCEGLIERLO.

CRISTO NON È PER TUTTI! E essere CRISTIANI è un impegno preciso. Duro, sì, ma addolcito dall’Amore del Padre e dalla Sua Misericordia. Oltre che dalla materna pazienza di Maria Madre di tutte le madri.

A chi ci odia, non rispondiamo con lo stesso sentimento, ma nemmeno con la consegna passiva. La Croce l’ha già “indossata” per noi, il nostro Dio: a noi tocca difenderLo dalla dabbenaggine, dal relativismo, dalla negazione. Dal demonio, insomma. Che, oggi, veste fin troppi abiti.

A volte, anche la tonaca.

 

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