Il 2025 è stato un anno eccezionale per l’intero settore dei metalli preziosi, con performance record che hanno attirato l’attenzione di trader, investitori e analisti di tutto il mondo.

In questo articolo cercheremo di capire quali fattori hanno spinto questi strumenti a performare così bene, analizzando non soltanto l’oro, da sempre punto di riferimento del settore, ma estendendo l’analisi anche ad altri metalli come argento, rame e platino per comprendere le dinamiche che hanno guidato questo movimento.

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Andamento dei metalli preziosi: oro, argento, rame e platino in forte crescita

Come mostrato in Figura 1, il 2025 ha visto una crescita generalizzata dell’intero comparto dei metalli. Dall’inizio dell’anno, oro, argento, platino e rame hanno registrato performance ampiamente positive, confermando il forte interesse degli investitori verso questa categoria di asset.

Sebbene con intensità diverse, tutti i metalli hanno beneficiato del contesto favorevole. Il rame è stato quello con la performance più contenuta, ma attualmente sta mostrando un rialzo notevole, superiore al 20%.

Decisamente più marcati i rialzi di oro, argento e platino, che hanno messo a segno guadagni compresi tra il 50% e oltre il 65% da inizio anno, mantenendo un trend stabile e costante.

Nel complesso, si tratta di un movimento coordinato e diffuso tra i principali metalli, segnale di una fase di mercato sostenuta non solo da fattori speculativi su un singolo asset, ma anche da dinamiche economiche e strutturali più ampie, che approfondiremo nel prossimo capitolo.

Figura 1. Panoramica dei metalli con rispettive performance dall’inizio del 2025.

Cosa ha spinto il rally dei metalli nel 2025: 3 cause chiave da conoscere

Diversi fattori hanno contribuito alla straordinaria performance dei metalli nel corso del 2025, ma tre elementi in particolare hanno avuto un ruolo determinante: politiche monetarie più accomodanti, indebolimento del dollaro e tensioni geopolitiche diffuse.

Dopo un biennio di rialzi aggressivi, le banche centrali hanno avviato un progressivo allentamento delle politiche monetarie. I tagli dei tassi e la riduzione delle pressioni sul fronte del credito hanno favorito un ritorno di liquidità sui mercati, spingendo gli investitori verso asset reali come le materie prime. In un contesto di tassi più bassi, infatti, detenere metalli, che non offrono rendimento, diventa meno oneroso rispetto ai periodi di politica restrittiva.

A questo si è aggiunta la debolezza del dollaro americano, che ha amplificato ulteriormente la spinta rialzista. Poiché i metalli sono quotati in dollari, un indebolimento della valuta statunitense tende a renderli più convenienti per gli investitori internazionali, incrementando la domanda globale e sostenendo i prezzi.

Infine, un ruolo non trascurabile è stato giocato dalle tensioni internazionali. I conflitti ancora aperti e l’incertezza sullo scenario geopolitico hanno aumentato la ricerca di asset rifugio. In questo contesto, l’oro ha riaffermato la propria funzione storica di bene di sicurezza, trascinando con sé anche gli altri metalli preziosi, spesso percepiti come alternative correlate.

Nel complesso, la combinazione di liquidità crescente, dollaro debole e instabilità geopolitica hanno creato un terreno ideale per una forte rivalutazione dei metalli, aprendo la strada a una delle migliori annate dell’ultimo decennio per il comparto.

Oro vs S&P 500: il vero significato dell’investimento in oro nel lungo periodo

Quando si parla di oro, il dibattito tende sempre a dividersi tra chi lo considera un bene rifugio imprescindibile e chi lo vede come un asset ormai superato. Tuttavia, se si osservano le performance di lungo periodo, il confronto con l’S&P 500 racconta una storia piuttosto chiara.

Come mostrato in Figura 2, il future sull’oro ha registrato una crescita complessiva superiore al 1300% dal 2000 ad oggi, un risultato impressionante se preso isolatamente. Tuttavia, nello stesso periodo l’indice azionario americano ha guadagnato circa il 400%, con una differenza sostanziale nella natura del rendimento: l’oro non genera flussi di cassa, non distribuisce dividendi e la sua performance dipende unicamente dalla rivalutazione del prezzo.

Il vero punto, però, non è tanto nella percentuale finale, quanto nella regolarità del percorso. L’oro ha alternato fasi di forte crescita a lunghi periodi di stallo o correzione, rendendo difficile una gestione passiva dell’investimento. L’S&P 500, pur attraversando crisi e recessioni, ha mostrato una traiettoria più stabile e sostenuta nel tempo, alimentata dalla crescita degli utili e dal reinvestimento dei dividendi.

Questo confronto invita a una riflessione: l’oro non è un investimento nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto una copertura. È un asset che tende a performare bene nei momenti di incertezza, ma non offre la crescita strutturale di un indice azionario.

Per questo motivo, più che considerarlo un sostituto dell’azionario, l’oro va interpretato come uno strumento complementare, utile per equilibrare il rischio e proteggere il portafoglio in determinate fasi di mercato.

Figura 2. Confronto tra l’andamento dell’oro e quello dell’indice azionario S&P 500 dal 2000 ad oggi.

Trading sistematico sull’oro: un’equity line che parla da sola

Se dal punto di vista macroeconomico il 2025 è stato un anno eccezionale per i metalli, dal punto di vista operativo l’oro ha offerto ottime soddisfazioni ai trader sistematici, in particolare sul lato long.

In Figura 3 è mostrata l’equity line di una strategia puramente long e volutamente semplice, basata su un time frame giornaliero. La logica è elementare: si acquista un contratto future alla rottura del massimo della barra precedente e si chiude la posizione alla rottura del minimo. Nessun filtro, nessun parametro aggiuntivo.

Nonostante la sua semplicità, il risultato è sorprendente. L’equity line mostra un andamento costante negli anni e una forte accelerazione nella parte finale, a conferma della straordinaria forza dell’oro durante l’ultima fase di mercato.

È importante sottolineare che questa non vuole essere la dimostrazione di un sistema di trading definitivo, ma piuttosto un esempio concreto di come l’oro, in questo contesto storico, sia riuscito a esprimere trend di grande ampiezza che anche strategie molto semplici hanno catturato in maniera efficace.

Figura 3. Curva dei profitti prodotta dalla strategia solo long sul future dell’oro.

Conclusioni: la strategia giusta per cogliere le opportunità offerte dai metalli preziosi

Il 2025 ha confermato quanto il comparto dei metalli possa offrire grosse opportunità, soprattutto in fasi di mercato caratterizzate da dollaro debole e incertezza geopolitica.

Inoltre, da questa annata riusciamo a trarre una lezione importante: in un contesto in continua evoluzione, mantenere un portafoglio aperto a diverse materie prime e approcci, che si tratti di investimento o trading sistematico, rimane la strategia più efficace per adattarsi ai cicli del mercato e cogliere le migliori opportunità quando si presentano.

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Alla prossima,

Andrea Unger

 

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