Credo che al di la di tutte le sue possibili ricadute – sociali, economiche, politiche – lo scandalo provocato dalle intercettazioni private e illegali di alcuni grandi mezzi di informazione britannici appartenenti all’impero mediatico di Murdoch abbia  un grande significato educativo. Ci ricorda che la ricerca della gioia – scopo naturale dell’essere umano e secondo il buddismo della creazione stessa – è  differente, spesso il contrario, del piacere.

Il piacere è quel sentimento che nell’essere umano muore con il suo appagamento. Inserito nel nostro DNA ci spinge  (come in molte specie animali) a cercare cibo quando abbiamo fame, riparo quando abbiamo freddo e il nostro partner per garantire la continuazione della nostra specie. Quando questi bisogni essenziali sono soddisfatti dal piacere e vogliamo avere più piacere, cerchiamo di ottenerlo e possibilmente aumentarlo, creando bisogni non essenziali: possesso, prestigio, potere. Sono le tre P che ci mettono di fronte ad un dilemma noto a tutte le religioni e filosofie: aspirare ad essere un dio o a essere come Dio.

Quando si pratica la ricerca del piacere per il piacere ci si trasforma in piccoli o grandi idoli. E come tutti gli idoli si finisce prima o poi per crollare, anche  se questi idoli si chiamano Alessandro Magno, Napoleone, Hitler o Stalin. E’ quello che sta succedendo – a livello di cloaca secondo un editorialista del New York Times – a  Murdoch che un settimanale inglese presentava come una testa sul busto di Cesare.

Il suo non é l’Impero Romano, è un impero mediatico. Ma l’ebbrezza o l’arroganza del potere lo hanno portato così in alto da fargli scordare una norma antica: il potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente.

Come tutti coloro che  si sentano al di sopra  degli altri e della morale è scivolato su una buccia di banana (le rivelazioni “di un servo” licenziato) incrinando tanto il suo impero quanto la sua immagine di modernizzatore mediatico.

C’era una alternativa alla sua passione di potere?  Certo: quella di non cercare di essere un dio ma cercare di essere “come” Dio. Imitatio Dei insegna la dottrina cristiana; essere santi come Io sono santo, insegna l’ebraismo, essere misericordiosi come Allah insegna il Corano.

Questa alternativa non esclude il successo, non ne fa lo scopo della vita. Presuppone  che gli scopi siano condizionati ai mezzi, non i mezzi dagli scopi. Qualsiasi contadino sa che l’utilità di un albero è determinata dalla qualità dei suoi frutti ma molte persone di successo lo ignorano, lo dimenticano o credono che la regola valga per gli altri, non per sé. Oppure anche quando sono consci del  fatto che il potere corrompe si giustificano usandolo “per il bene degli altri”. L’affare Murdoch, come la sorte di tanti  piccoli o grandi dei, dimostra che non è vero.