Ci ha abituato a essere dissacrante e politicamente scorretto, ma questa volta Checco Zalone ha sbagliato. Non sto parlando del film, che può piacere o meno. Parlo di una scena precisa della pellicola Tolo Tolo. Una scena tanto inopportuna quanto insignificante. Quasi buttata lì per mancanza di idee. O almeno spero. Perché, se al contrario il regista pugliese l’avesse proprio pensata quella scena, ecco allora in quel caso aggraverebbe la situazione.

tolo tolo

Ma di cosa sto parlando? A un certo punto Zalone, durante la traversata nel deserto fatta insieme a decine di migranti africani, scorge all’orizzonte alcune camionette militari battenti bandiera italiana. Scende dal camioncino e inizia a sbracciarsi, felice come una Pasqua. A bordo del mezzo dell’esercito si vedono due militari: uno intento a risolvere la settimana enigmistica e l’altro a guidare il carro. “Si dirige verso di noi, cosa faccio, gli sparo?”, chiede il conducente. Il collega risponde: “No, ti ricordo che non siamo qui per sparare alle persone, buttagli una bomba”. Boom.
Il militare fancazzista, il militare approssimativo, il militare distruttore. Falsi e offensivi stereotipi. In un periodo in cui i nostri militari vengono attaccati e muoiono nelle varie missioni, in un periodo intriso di sangue, attentati e bombe (quelle vere), ecco forse prendere di mira i nostri soldati (già bistrattati da una parte politica nostrana) non è proprio un bel segnale. E di sicuro è un mal riuscito tentativo di comicità e l’ennesimo schiaffo (dolce, ma pur sempre uno schiaffo) a chi rischia la vita per un ideale, a chi non ha un caldo posto fisso, a chi, nel bene o nel male, rappresenta il Tricolore nel mondo.

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