E siamo a 100. Tutti i santi giorni, da 100 giorni, un pezzo quotidiano, come quotidiano è averli scritti di notte, dopo aver addormentato lei, la bambina di 8 anni, sotto il suon delle parole di Pollicino, e aver aspettato che anche l’altra lei, Patrizia, la mamma, si fosse assopita sulla mia spalla. L’oscurità è la migliore placenta per scrivere. Tutti i demoni sorgono, le ossessioni, le patologie, le disinvolture, i combattimenti, tutto si mette a fuoco con una lucidità spietata che il giorno non consente: il giorno è luce e la luce annebbia la verità; la notte è nera […]