Macerie

Nel giorno in cui tutto in Italia è successo, Governo nascente, Governo morente, impeachment, piazze vocianti, urla di alti tradimenti, accuse di gravosissimi reati, tintinnar di manette per importanti cariche dello Stato, ho abbassato improvvisamente il volume della televisione in cui ero assorbito come milioni di cittadini, e ho preso un libro in mano. Sicura è stata la scelta, Marco Aurelio, sicura la pagina: “Pensa un po’, per esempio, ai tempi di Vespasiano; vedrai tutte queste cose: gente che si sposa, che alleva figli, s’ammala, muore, fa la guerra, fa festa, fa il mercante, il contadino; gente che adula, che […]

  

Uomini senza donne (che vanno allo stadio)

Stavo guardando un programma televisivo in cui si impiattava una fogliolina di basilico rosso con tre grani di sale rosa dell’Himalaya facendola passare come una cena adeguata per un cristiano sano di mente: così, innervato anch’io dal sacro fuoco della creazione improvvisata, ho aperto il frigorifero e ho pensato a come soddisfare le dighe di fame che mi si stavano aprendo a valanga nello stomaco (le donne di casa erano allo stadio a vedere 22 coglioni che tiravano calci ad una palla). Soffritto di scalogno fresco, poi ho indorato al fuoco la salsiccia, l’unica salsiccia che quelle filibustiere traditrici mi […]

  

Salvini-Di Maio? Macché, leggete Platone

Io non ho tempo di leggere tutto Platone e c’è chi ha tempo di leggere le varie versioni giornaliere del contratto di governo, ora definitivo, tra Salvini e Di Maio. Lo spulcionano, rispulciano, vivisezionano, comparano, smantellano, rimantellano le parole dei due capipartito, ed io mi chiedo se non si sentano in colpa (tremenda, interiorissima colpa) a rileggere per l’ennesima volta queste parole al vento, queste lettere morte, queste omelie e prediche (come lo sono i programmi di tutti i partiti), mentre non hanno mai sfogliato la Gorgia di Platone. Ascoltano, riascoltano le micro-dichiarazioni dei leader e non sanno come inizia […]

  

I tombaroli hanno lavoro. Gli archeologi no

Se vendi cocaina, rischi la galera. Se vendi armi illegali, rischi una pallottola in bocca o infilata nella schiena. Se smisti rifiuti tossici, rischi metastasi e cellule tumorali su tutti i polmoni. Un solo mercato nero, in Italia, è a rischio zero: quello che saccheggia le rovine e le vestigia della nostra civiltà per immettere le antichità razziate dai tombaroli nel commercio internazionale di opere d’arte. Non rischi nulla, al massimo una multa. Per questo, anche in questi giorni, i tombaroli hanno saccheggiato indisturbati (finché non hanno commesso un’ingenuità da essere intercettati) il sito archeologico più importante e visitato al […]

  

Xanax ad ogni telegiornale

Due dosi abbondanti di Xanax, tranquillante utilizzato in pastiglie da mettere sotto la lingua per acquietare gli stati ansiogeni e turbolenti, è quello che mi serve dopo ogni telegiornale a cena. O prendo il trapano elettrico, infilo la presa, lo impugno a dovere e mi soddisfo a crivellare con sana soddisfazione il monitor illuminato oppure, avendo le tasche vuote, mi ridimensiono nella foga animale e trangugio due dosi con un bel bicchiere di acqua di monte (quella che la notte ti sveglia a vescica piena). Perché non è possibile, non è più possibile che i partiti pensino ancora come avrebbe […]

  

Siamo irrilevanti e ne siamo consapevoli

Le aste internazionali ci umiliano. Tu sputi sangue per raccolte fondi miserissime per restaurare un’abbazia benedettina martoriata dalle infiltrazioni e dai crolli che distruggono gli affreschi, sputi sangue per avere centesimi di centesimi di euro da questa o quella fondazione bancaria, dal Ministero dei Beni culturali in sede vacante permanente, dal Comune nullafacente, dalla Provincia inesistente, dalla Regione superaccomandata, e niente, dopo aver raggiunto cifre che, al massimo, possono far restaurare un ostensorio, un calice o un reliquiario di quell’abbazia imperdibile, apri internet e vedi l’ennesima asta internazionale dove per una singola opera d’arte vengono spesi milioni e milioni e […]

  

Il confort è l’essenza dei centri storici

Puoi riempire i centri storici di musei e non avere un turista in più. Perché ciò che distingue un centro storico da un centro, non è lo storico, ma la godibilità dello storico, quel particolarissimo contesto di gradevolezza, cura, dettagli, stimoli, tale da richiamare gente al suo godimento. Il centro storico non è un concetto che riguarda la storia, bensì il desiderio e il godimento. Una necropoli è lessicalmente un luogo di storia, ma non è un centro storico. Le rovine archeologiche di Ostia Antica sono vaste ettari su ettari, ma non sono centro storico. Questo è il punto: come […]

  

L’Italia delle meraviglie (sconosciute)

Se fossimo francesi, questo fazzoletto di terra di cui vado ora parlando, sarebbe pubblicizzato come i quasi 300 mirabili castelli e palazzi monumentali che si assiepano, da Amboise a Chenonceau, lungo il corso del fiume Loira; se fossimo tedeschi, reclamizzeremmo questo sconosciuto fazzoletto di terra con la stessa battente promozione con cui si divulga l’isola dei musei nel cuore di Berlino (il sito tradotto in 7 lingue, i nostri Uffizi solo in 2 lingue); se fossimo americani, vi avremmo già gravitato interessi economici, produttivi e cinematografici di prima grandezza (il museo della Pizza con opere d’arte, proiezioni video, esperienze culinarie […]

  

Sacro è il lavoro

Sacro è il lavoro, tutto il lavoro, l’energia votata al sua produttiva utilità, le mani, la mente, i muscoli, la schiena mossi al loro divino irreprensibile scopo, ovvero generare, partorire creazione, originare il possibile da ciò che non è stato ancora concepito, il nuovo dall’usato, il vergine dall’avvezzo, il bambino che, su di un foglio, schizza un mostro che la sua mente non ha mai visto, il musicista che inventa una tensione di note non ancora espresse, la madre che carezza il figlio malato, il soldato agonizzante, la prostituta occupata sul sedile della macchina a dar piacere ad un vecchio, […]

  

Varchi a Venezia: blocchi o potenzialità

Una città non è un teatro. Il teatro ha posti numerati. Finiti quelli, non puoi entrarci perché le poltrone sono a numero chiuso. Una città, finché rimane città, finché si basa sul principio della cittadinanza (ovvero spazio pubblico deciso collegialmente dagli individui – non solo dai residenti), non può avere accessi limitati, come se entrassimo al teatro, al cinema o in un museo. Però riflettiamo sui tornelli, sui varchi aperti o chiusi a Venezia, installati dal sindaco ad ingresso per provare a gestire la fiumana ininterrotta di milioni di turisti. Se i varchi sono preclusione, cioè città chiusa quando il […]

  

Il blog di Luca Nannipieri © 2024
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