Philippe Daverio è un fumetto

Philippe Daverio è un fumetto. Se lo guardi, se lo ascolti, ti vengono a mente Charlie Brown o i sogni sospirati di Snoopy. Per questo ha sfondato in tv. Perché ha capito che in tv, nel parlare d’arte, c’era un vuoto – un vuoto di delicatezza – e l’ha riempito. Chapeau. Sgarbi televisivamente è diversissimo: litiga, inveisce, travalica. Daverio ha capito che, se c’era spazio, era per l’opposto: la gentilezza, la narrazione di fiaba. E si è imposto. La televisione non è divulgazione, non è conoscenza. È incantamento. In tv non devi insegnare. Devi incantare. La conoscenza senza incantamento in […]

  

Alle Fiere si va per le belle donne

Alle fiere internazionali d’arte vado per vedere le belle donne. Al mare le donne mi annoiano perché sono troppo disponibili. Una donna in costume annoia terribilmente. Il culo morbido, la depilazione non completa. Meglio non vederla e star lontano dal mare. Nelle fiere d’arte, invece, vestite, ben vestite, svestite, le ragazze incantano, al pari della camera d’albergo verso la quale alcune mi accompagnano. E così mentre vogliono farmi vedere 100, 1000, 10mila quadri, spesso inguardabili, io mi rileggo in un taccuino il canto notturno per le ragazze fiorentine che il poeta Mario Luzi dedicò a Piero Bigongiari: “Lasciate il vostro […]

  

A letto e nei musei vietato stare da soli

Far dormire un uomo da solo dovrebbe essere un reato da codice penale per la donna. Avvoltolarsi in solitudine, tra le coperte, come un malato in ospedale, è una delle pene più crudeli per l’uomo. Anche andare da soli in un museo dovrebbe essere perseguito per legge. Ti presenti in solitaria all’entrata? Il custode dovrebbe tirar giù la barra d’accesso e dirti: torna quando siete in due. L’amore con quanti lo fai? In due. Almeno in due. Quando nasci, chi siete? Tu e tua madre. Quando parli, quanti siete? Perlomeno tu e un altro. Quando baci, quanti siete? Quando stringi […]

  

Cancelleremo Sgarbi perché siamo italiani

Cancelleremo Vittorio Sgarbi. In fondo siamo stirpe italiana: la grandezza ci turba. Così come abbiamo raso al suolo l’anfiteatro romano di Luni, il castello normanno di Francavilla di Sicilia, diviso in frantumi il mirabile Polittico di Pisa di Masaccio, seppellito con i rovi per secoli i templi di Paestum, non possiamo permetterci a lungo la dismisura eccentrica, onirica, di Vittorio Sgarbi. In fondo lo applaudiamo, lo acclamiamo, perché sappiamo che di lui, presto o tardi, ci libereremo. Lo faremo diventare un’icona, un mito, e proprio celebrandolo, esaltandolo, lo liquideremo. Lo liquideremo glorificandolo, mettendolo su un piedistallo. Come le statue di […]

  

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