Discariche da museo

Perché non li trasformiamo in discariche di immondizia? I musei, dico. Sì, quelli: i musei. Per attrarre gente, sono stati trasformati in palestre di fitness (Museo Egizio di Torino, la più grande collezione egittologica d’Italia), in sale da yoga con uomini e donne a culo ritto (Galleria Nazionale di Parma). Perché non siamo coraggiosi e radicali nelle nostre scelte? Per attrarre gente, per attrarre tutti, ma proprio tutti, neanche uno escluso, ho una proposta che sicuramente qualche direttore di museo valuterà con la dovuta attenzione. Che cosa fa ognuno di noi tutti i giorni, oltre a lavarsi, vestirsi, mangiare e […]

  

La memoria del male

Il male è fonte inesauribile per l’arte. Sulle grotte primitive non vedi il bacio, la carezza, il concepimento. Vedi il bisonte trafitto che geme (come nella grotta di Niaux in Francia, 20.000 a.C.). Nelle prime stele mesopotamiche vedi la guerra, la morte (come nella Stele degli avvoltoi, 2450 a.C.), vedi gli eserciti che si schierano in battaglia (come nello Stendardo di Ur, 2.500 a.C.), vedi il re vittorioso che calpesta i cadaveri (come nella Stele di Naram-Sin, 2250 a.C.), vedi la Leonessa morente nel Palazzo di Ninive (VII sec. a.C.), vedi un Leone che azzanna e soffoca al collo un etiope […]

  

L’ignoranza che si vanta

Se l’ignoranza diventa un vanto, una vanagloria, se l’ignoranza diventa prepotente, autoritaria, istituzionale, se la competenza e i meriti specifici diventano inutili, superflui, non riconosciuti, anzi mortificati, azzerati, ignorati, giudicati alla stregua di un vezzo, di un capriccio, di un diletto autoreferenziale da secchione, da professorino, da artista, se l’ignoranza diventa autorità costituita, potere gestionante, che non riconosce il valore e la sostanza individuale di una persona, equiparandola a tutte le altre se non nell’atto del suo servile inginocchiamento, ecco che l’ignoranza, da condizione legittima, diventa arrogante violenza anche se non spezza le mani, diventa illogica sopraffazione, dispotismo, cieco predominio. […]

  

L’oscena bellezza della Sacra che brucia

Che cosa ci lega a te, sacrissima Sacra di San Michele, se tu in una notte di fine gennaio 2018, da sempre immutabile e sicura al nostro sguardo, ti incendi tra le fiamme, e il tetto che brucia nell’oscurità e il fumo che avvolge l’abbazia fanno il giro di quotidiani, televisioni, siti internet, social e cellulari? Sembra che nessuno, tranne i visitatori, si interessi di te, sacrissima Sacra di San Michele, così lontana, così appartata, rispetto alle elezioni politiche, allo spread, alle banche, al Parlamento europeo, a quello italiano, a quello francese, a quello tedesco; sembra che il tuo minuscolo […]

  

La chiesa che cambiò la storia

Hoc opus quod cernis Biduinus docte peregit. Quando lo scultore Biduino incise questa frase nell’architrave centrale della chiesa di San Casciano, vicino Pisa, non stava cambiando soltanto la storia dell’arte, ma la storia del pensiero. Lì, in modo silenziosissimo, senza nessun squillo di tromba, senza nessun imperatore o pontefice che glorificasse il momento, nacque la modernità, intorno al 1180. E non fu tanto un cambiamento di architettura, di stile, di scultura. Fu un cambiamento di visione. Quella chiesa testimonia, da quasi un millennio, un passaggio fondamentale, quanto finora non studiato, nel concetto di persona. La persona come la intendiamo oggi, […]

  

Errori di disperazione

Ho trovato più errori di grammatica nelle didascalie turistiche di importanti siti archeologici che nei quaderni di scuola della mia bambina. Errori non di distrazione, ma di disperazione, perché solo dei disperati possono dirsi laureati, dottori, ricercatori, professori, e poi non accorgersi che il proprio italiano è teneramente precario come quello di un infante che si affaccia alla terza elementare. Il primo errore è una svista. Il secondo è un refuso. Il terzo è un abbaglio dello stampatore. Dal quarto in poi, tanto più se vi è impresso il logo del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, il dubbio […]

  

Lucifero

Tutti gli artisti che incontro vogliono generare una Nuova Arte. Tutti i preti che incontro parlano di dover creare una Nuova Fratellanza Universale. Tutti i politici che incontro parlano di voler costruire un Nuovo Mondo. Questa però è la mia regola: valuta un contadino dall’orto che produce, non da come te ne parla. Valuta un artista dalle opere che fa, non dal discorso che ci fa sopra. Valuta un prete dalla carità che compie, non dalle sue prediche. Valuta un politico dalle sue militanze, più che dalle sue parole. Dall’inizio del mondo, le intenzioni sono sempre state stupende. Anche stupende […]

  

L’elettricità è potenza dell’uomo

La luce elettrica è potenza dell’uomo sui suoi limiti. Di notte non vede, ha il limite di non vedere, ma la sua actio mentis, la forza della mente, gli fa ogni volta superare i muri che trova. L’elettricità è la sconfitta della notte, è la sua sottomissione alla volontà dominante dell’uomo. Per questo non capisco le città, i centri storici, che continuano ad avere una luce penitenziaria, claustrale. Non capisco perché i monumenti e i palazzi storici fatichino a farsi vedere, come se ne avessero paura (guardate Pisa!). Cammini per le strade, le vie, le piazze anche principali, davanti al […]

  

Il celodurismo tribale

Chi ce l’ha più lungo? Quando sento accusare una persona di non aver titoli per esprimersi, mi viene in mente la gara a chi ce l’ha più lungo. Io ho la specializzazione, tu no, io ho la cattedra, tu no. Il celodurismo è la base del pensiero sia tribale che accademico. Nelle tribù e nell’accademismo universitario, la distinzione si basa sui presupposti dell’apparenza (l’avercelo più lungo), perché diversifica nettamente, con una bruciante e irreversibile divaricazione, chi ce l’ha più lungo (dunque chi ha i titoli, chi può) da chi ce l’ha più corto (e dunque chi non ha i titoli, […]

  

L’arte è urlo, il patrimonio è carezza

La prossimità confidenziale, amorosa, è oramai solo del patrimonio storico artistico, cioè delle testimonianze del passato. L’arte del nostro tempo non si fa prossima a noi per confidenza, ma per urto, per rottura, per scandalo, per vendetta verso quel passato d’arte che si fa prossimo invece con la carezza, con la richiesta di cura, di preservazione, di conservazione, di restauro. L’artista contemporaneo per dirsi sociale deve suscitare non prossimità ma quella strana lontananza che è lo scalpore. Mentre l’arte del passato ci arriva con la prossimità del nonno, del patriarca, del padre fondatore, che in quanto tale si impone, come […]

  

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