Sgarbi ministro, sennò io

Spero che Vittorio Sgarbi diventi il prossimo Ministro dei Beni Culturali, così avrà la forza di dettare al Governo un’agenda sulla cultura. Se non ci riuscirà Sgarbi, ci riuscirò io, nei prossimi anni. Gli altri critici d’arte non sembrano interessati ad affondare le mani nella melma della politica per cercare di fare l’unica cosa utile all’Italia: mettere arte e bellezza, in maniera competente e credibile, al centro di un programma governativo. È anche vero che sono amaramente ottimista: quanto più si spegne l’Italia tanto più saranno l’arte e la bellezza ad imporsi come l’unico volano della salvezza, perché verranno meno […]

  

Viva le raccomandazioni

Il bando è la morte della cultura. Roberto Benigni lo chiami in tv tramite bando pubblico? Vittorio Sgarbi lo chiami dopo una selezione? Massimo Cacciari lo metti al vaglio di parametri, criteri, punteggi, requisiti, graduatorie? Riccardo Muti, Uto Ughi, i compianti Luciano Pavarotti, Umberto Eco, Giorgio Strehler, sono passati da bandi per dirigere o imporsi in teatri, case editrici, orchestre sinfoniche? L’arte e la cultura vanno avanti per evidenze, per chiarissime evidenze, cioè per riconoscimenti, e di conseguenza per affinità pre-razionali, pre-logiche, che nel linguaggio comune si chiamano preferenze e che, nel moralismo tanto di moda oggi, si chiamano raccomandazioni. […]

  

Philippe Daverio è un fumetto

Philippe Daverio è un fumetto. Se lo guardi, se lo ascolti, ti vengono a mente Charlie Brown o i sogni sospirati di Snoopy. Per questo ha sfondato in tv. Perché ha capito che in tv, nel parlare d’arte, c’era un vuoto – un vuoto di delicatezza – e l’ha riempito. Chapeau. Sgarbi televisivamente è diversissimo: litiga, inveisce, travalica. Daverio ha capito che, se c’era spazio, era per l’opposto: la gentilezza, la narrazione di fiaba. E si è imposto. La televisione non è divulgazione, non è conoscenza. È incantamento. In tv non devi insegnare. Devi incantare. La conoscenza senza incantamento in […]

  

Cancelleremo Sgarbi perché siamo italiani

Cancelleremo Vittorio Sgarbi. In fondo siamo stirpe italiana: la grandezza ci turba. Così come abbiamo raso al suolo l’anfiteatro romano di Luni, il castello normanno di Francavilla di Sicilia, diviso in frantumi il mirabile Polittico di Pisa di Masaccio, seppellito con i rovi per secoli i templi di Paestum, non possiamo permetterci a lungo la dismisura eccentrica, onirica, di Vittorio Sgarbi. In fondo lo applaudiamo, lo acclamiamo, perché sappiamo che di lui, presto o tardi, ci libereremo. Lo faremo diventare un’icona, un mito, e proprio celebrandolo, esaltandolo, lo liquideremo. Lo liquideremo glorificandolo, mettendolo su un piedistallo. Come le statue di […]

  

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