Una delle domande tra le più comuni nel mondo del trading è se sia meglio operare intraday (chiudere le posizioni a fine giornata) o tenere le posizioni aperte più giorni andando overnight. Ci sono sicuramente diversi aspetti da considerare sulla questione e li possiamo distinguere in due categorie: quelli soggettivi, legati alla psicologia del trader e quelli oggettivi legati al tipo di mercato su cui si vuole operare.

I primi spesso hanno il sopravvento sui secondi, ed in certi casi c’è anche una certa “inerzia mentale” di chi è abituato a fare trading in un certo modo e trova difficoltà a sviluppare strategie che vadano bene con logiche differenti.

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Il fattore psicologico nel trading

Partendo dall’aspetto psicologico, ad esempio se tenere le posizioni aperte la notte non vi facesse dormire, oppure vi costringesse ad un lavoro profondo sul vostro io per far fronte a questo tipo di disagio, probabilmente fareste meglio a concentrarvi sul trading intraday. Sarebbe infatti inutile tenere aperte le posizioni la notte non essendo a proprio agio.

A volte c’è chi preferisce la via di mezzo, ovvero operare solo intraweek (chiudere le posizioni il venerdì) perché non sopporta di avere posizioni aperte durante il weekend. Chiaramente, chi ha questo “limite” non deve assolutamente vergognarsene, ma semplicemente concentrarsi su qualcosa che funzioni intraday o al massimo intraweek.

Attenzione però a non far sì che questa scelta nasca dalla voglia di portare a casa profitti. Infatti, scegliere l’intraday solo perché è più “mordi e fuggi” (spingendosi magari fino al desiderio di fare scalping e simili), rappresenta sicuramente una scelta sbagliata in quanto ci espone al rischio di portare a casa subito i profitti e lasciar correre le perdite (modalità che è lontana dal mio metodo e dal mio modus operandi). Concentrarsi sull’intraday per ragioni psicologiche ha senso, magari nell’attesa di riuscire a superare questo scoglio, ma farlo per il gusto di chiudere e portare a casa in fretta, è un errore di impostazione.

Il fattore oggettivo nel trading

Come detto, la scelta tra trading intraday e overnight dipende anche da un fattore oggettivo. Chi lavora o vuole lavorare in intraday deve scegliere i mercati adatti. Prendiamo ad esempio il mercato per eccellenza: e-Mini S&P500 (ticker ES). Si tratta di un mercato liquido e non manovrabile, salvo qualche tweet che scappa dal telefonino di Trump o di Elon Musk.

Per mia esperienza è un mercato che non esprime mai, o quasi, un movimento sufficiente a coprire tutti i costi operativi. Si tratta, in poche parole, di un mercato non adatto all’intraday. È poco volatile e il suo average range giornaliero è insufficiente a dare dei movimenti che si prestino ad un trading intraday soddisfacente. Ovviamente ci sono delle giornate con le caratteristiche adatte al trading intraday, ma non sono sufficienti a coprire le giornate in cui le operazioni di un ipotetico trading system vengono chiuse in perdita. Non sto dicendo che non sia possibile sviluppare un sistema intraday sul mercato ES, semplicemente che è più difficile di altri e che non è la sua natura. Quindi meglio spostarsi sui mercati più adatti.

Trading intraday: i mercati e alcuni setup adatti

Quali sono i mercati ed i setup più adatti al trading intraday?

Tra i mercati che si prestano meglio all’operatività intraday troviamo Crude Oil, Gold, Gasoline (la benzina, che è il più vivace). Chi volesse lavorare sugli indici può invece optare per il Dax.

Il problema di questi mercati è che sono più costosi in termini di margini e di conseguenza più rischiosi. Il margine rispecchia il rischio di un mercato per via dei movimenti che ne derivano; se puntiamo ad un guadagno di una certa ampiezza, dovremo lasciare al movimento il tempo di esprimersi, evitando di uscire alla prima esitazione. Questo si traduce, nella pratica, nell’uso di uno stop loss che non sia troppo stretto.

Per il Crude Oil e il Gold future in intraday, ad esempio, si parla di 1.500$, mentre sul Dax è necessario salire ad almeno 1.750$. Chiaramente si tratta di importi piuttosto significativi. Ovviamente si può operare sui molti contratti Mini o Micro attualmente disponibili su vari strumenti, ma facendo attenzione al fatto che non sempre sono liquidi come i corrispondenti contratti interi.

In generale, possiamo affermare che l’intraday funzioni molto bene su alcuni mercati, a patto di essere consapevoli dei limiti che possono nascere a livello di gestione del rischio. Se da un lato riusciamo a ridurre il rischio derivante dai movimenti overnight, dall’altro dobbiamo far fronte ad una maggiore volatilità in intraday.

Conclusioni su trading intraday e trading overnight

Personalmente, ritengo che la cosa migliore sia optare per la diversificazione. Per questo, io lavoro sia in intraday che in overnight. Per fortuna non ho problemi particolari a tenere aperte le posizioni e riesco a dormire sonni tranquilli.

Chi proprio non ce la fa, può concentrarsi sul trading intraday e scegliere un mercato più adatto. Se volete trovarne degli altri, oltre a quelli che vi ho citato, dovete andare a ricercare i mercati che, a livello statistico, presentano più spesso movimenti ampi durante il giorno, che sono fondamentali per il trading intraday.

Lavorare in intraday significa infatti cavalcare un movimento ampio e non concentrarsi su operazioni mordi e fuggi, con le quali si rischia solo di tagliare i profitti e lasciar correre le perdite.

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Alla prossima e buon trading!

Andrea Unger

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