La cultura antifascista non può imputare ai social i propri limiti
In questi mesi diversi personaggi pubblici hanno puntato il dito contro la marea di dissenso populista montante nei social network. Una platea, quest’ultima, formata da persone a vario modo scontente che utilizzano Facebook per esternare la propria contrarietà verso le attuali politiche, spesso in maniera semplice e popolare, talvolta esternando nostalgie verso anni passati se non riconducibili al ventennio fascista. È possibile notare quanto questo fenomeno sia presente in molte pagine e gruppi, ed è altresì facile notare quanto l’antipopulismo militante abbia costituito un contraltare altrettanto semplicistico e poco capace di analizzare a fondo il tutto, imputando solo ai social […]