Cosa sta succedendo tra Israele e gli Stati Uniti?
La manovra congiunta israelo americana denominata “Sfida austera 12” doveva essere la più importante nella storia delle relazioni militari fra i due paesi. Era stata programmata da oltre un anno e mezzo. Doveva portare in Israele 9000 militari statunitensi, in gran parte specialisti di armi anti missili. All’inizio della settimana scorsa era stata confermata, poi, senza alcun avviso, il 15 gennaio scorso é stata cancellata (e ipoteticamente rinviata alla primavera futura).
Che si tratti di una nuova e grave crisi di rapporti fra i due alleati non c’é dubbio. Ma cosa l’ha prodotta? Una spiegazione di un portavoce del governo – il costo della manovra era troppo elevato per Israele – ha fatto ridere la stampa. Il costo era stato calcolato e approvato un anno e mezzo fa e gran parte delle spese sono state fatte con l’arrivo dei militari americani in Israele.
Una ipotesi é che la Casa Bianca si sia arrabbiata per la dichiarazione fatta dal vice premier israeliano, Yaalom, ex generale e responsabile degli affari iraniani alla TV. Yaalom aveva detto che mentre il Congresso (repubblicano) aveva approvato sanzioni contro l’Iran la Casa Bianca esitava, mentre una azione militare era indispensabile.
Secondo altre fonti tre sono i punti di attrito. Il presidente Obama é convinto che le nuove sanzioni porteranno l’Iran ad entrare in negoziati seri; se una azione militare sarà necessaria dovrà essere condotta senza concorso israeliano; se porterà a reazioni Iraniane contro Israele, quest’ultimo non dovrà rispondere ma affidarsi alla “copertura” americana. Sui tre punti la posizione israeliana é assolutamente contraria.
Un’ulteriore prova della tensione tra i due paesi è l’annuncio da parte di Israele della manovra di “evacuazione” della sua centrale nucleare senza previa consultazione con gli americani. Il che é come dire che Israele si prepara alla guerra.
Infine la richiesta di sospensione della manovra congiunta sarebbe venuta proprio da Israele che si rifiuta di impegnarsi a comunicare le sue intenzioni a Washington (come ha fatto per la distruzione della base nucleare siriana di Deir ez Zor il 6 settembre 2007). Con questa mossa parrebbe dire alla Casa Bianca che la bomba iraniana rappresenta per lo stato ebraico un problema di vita o di morte. Se l’America e le altre nazioni non agiranno in maniera decisiva contro l’Iran Israele si riterrà libero di farlo. Come non si sa. Ma quando, é probabile in maggio o giugno, cioé in piena campagna elettorare di Obama. Su questo tema il Capo di Stato maggiore americano, Generale Martin Dempsey che arriva oggi in Israele dovrà discutere con la dirigenza israeliana.
Le relazioni fra i due paesi sono comunque tese. L’anno prossimo non sarà solo quello delle elezioni presidenziali americane ma ache delle legislative israeliane. Decisive per Natanyahu il quale non dimentica che l’allora premier israeliano Begin ordinò l’attacco contro il reattore atomico Oziraq presso Bagdad il 7 giugno 1981 vincendo su questa scia le elezioni. L’attaco, condannato a livello internazionale, si rivelò a posteriori, un contributo significativo alla vittoria americana nelle due guerre d’Irak.