I disabili? Dimenticati!
E’ una di quelle giornate calde in Calabria. Afose. Umide. L’aria è pesante e si respira male. Nella redazione di SUD arriva una lettera accorata di una madre agguerrita. Che non si rassegna difronte all’inefficienza delle istituzioni regionali. E’ di Silvana Ruggiero, mamma di Marco e Luca, due ragazzi affetti da una patologia rara. Una malattia che non lascia scampo. Che li costringe a vivere su una sedia a rotelle. Da tempo lotta con tutte le sue forze al fianco dei disabili. Li aiuta a pretendere i diritti che gli spettano. Oggi la voglio proporre integralmente. Diamo voce a chi voce non ha.
“Non basta dire che la Calabria ha la maglia nera per la sanità, questa triste etichetta cela problematiche non politiche, non gestionali, non istituzionali, la maglia nera è il lutto di tutte quelle famiglie e pazienti cronici che subiscono l’inadeguatezza di un sistema sanitario colabrodo, dove quasi come una catena di montaggio vengono assemblati da una parte le inefficienze, gli sprechi, le inettitudini di chi a qualunque titolo ha le proprie mani ed il proprio sedere all’interno dell’Asp di Reggio Calabria e dall’altra vi sono le poltrone, i commissari, i luminari, i furbi e chi guadagna sulla pelle di chi sta male! La maglia nera la porto io (come altre madri/famiglie) impotente non solo dinanzi ad una grave patologia di cui sono affetti i propri due figli, ma per il sistema marcio, corrotto, sprecone, inefficiente, di una sanità che in provincia di Reggio Calabria ha raggiunto i massimi storici della vergogna! Sono passati al clamore mediatico gli scandali del reparto di ginecologia dell’ospedale Riuniti di Reggio Calabria, dei report infelici di buchi di bilancio, di illeciti relativi a fatture pagate due volte, di sprechi per pagare stipendi a commissari venuti a salvare l’insalvabile, della chiusura di ospedali, ma poco risonanza hanno le famiglie che come la mia si trova a gestire un’assistenza sanitaria domiciliare per i propri figli da sola! E’ dal 1 luglio che gli infermieri assegnati alle cure di mio figlio, hanno sospeso il servizio di assistenza infermieristica per protestare per i mancati pagamenti delle loro prestazioni che risalgono a oltre 18 mesi. Il medico rianimatore a cui sono stati sospesi parte degli accessi ai malati tracheotomizzati per mancanza di fondi, ha ridotto gli accessi ma per condotta morale e deontologica continua a stare vicino alle famiglie compresa la mia! Adesso è la volta anche della fisioterapia domiciliare che presto mi verrà interrotta perché le cooperative che svolgono il servizio non vengono pagati dal 2014! Dietro ai dati col segno meno, alle diatribe tra commissari e politica che si susseguono continuamente, dietro tutto questo ci sono persone, famiglie provate, stremate fisicamente e psicologicamente per prendersi cura del proprio familiare!
Non pensiate che questo sia uno sfogo fine a se stesso, che rimarrà ai posteri della stampa, ma avrà conseguenze giudiziarie, perché è stato negato un LEA, un diritto imprescindibile di assistenza ed io lo rivendicherò dinanzi agli organi giudiziari preposti, perché dove non arriva la vostra coscienza, il vostro dovere, dovrà pure arrivare la Legge. Mentre vi affannate a costituire i comitati per il referendum costituzionale, la gente soffre di mala sanità, di assenza di servizi, i genitori che hanno il coraggio e l’amore di non ospedalizzare un figlio (che poi dove sono gli ospedali?) che vogliono curarlo nella propria casa circondato dall’amore e dall’accudimento dei familiari, di chi lo ha concepito, partorito, di chi ha sacrificato la propria vita per dare dignità, lottando contro tutto e tutti, anche contro la stanchezza, il dolore, non possono essere dimenticati, non possono entrare nelle voci di bilancio, non possono essere vittime sacrificali di un sistema sanitario malato che è stato carne di porco per tutti quelli che ci hanno messo le mani! Strapperò la mia scheda elettorale, mi avvalgo della facoltà di non sentirmi cittadina calabrese e ancor meno reggina! Un voto in meno non cambierà la vita dei politicanti, i numeri per far occupare le poltrone nella sanità c’è li avranno lo stesso, ma non avranno la mia dignità né quella dei miei figli, ma piuttosto tutta la mia condanna morale e per quest’ultima troverò pace solo quando la giustizia divina mi quieterà!
Gli organi istituzionali preposti non perdano tempo a costituire i gazebi pro Renzi o a scoprire monumenti, lapidi e tagliare nastri, questo lo si può fare quando si ha la coscienza a posto! Chiedete, urlate al Governo che la seconda piaga della Calabria dopo la ‘ndrangheta è la sanità e non si può più temporeggiare o avviare tavoli burocratici, le famiglie, gli ammalati non hanno più né il tempo né la forza per attendere la venuta di Cristo sulla terra, avete il dovere e la responsabilità nei confronti di tutti quei malati che hanno il diritto ad avere un’adeguata assistenza ed anche nei confronti delle famiglie che nel silenzio delle proprie mura domestiche lottano per la vita! Dovete agire concretamente affinchè il Governo metta fine a questa agonia della sanità ed anziché mandare commissari, mandi fondi per coprire i buchi finanziari almeno per quanto concerne le emergenze che non possono più attendere, ci sarà pur un modo per deviare anche i fondi europei per dare respiro alla sanità calabrese, se tali fondi servono per perequare le opportunità di crescita di tutte le regioni, credo che soprattutto in campo sanitario l’UE vorrà diritti di cura uguali per tutti.
Per questo motivo, non avendo fiducia in voi istituzioni di voler e poter accogliere questo appello, utilizzerò lo strumento della raccolta firme da inviare alla Corte Europea dei Diritti Umani voi intanto sentitevi addosso tutta la sofferenza altrui che dimenticate per scelte politiche, di immagine, di incapacità gestionale, di limiti mentali, come un macigno che vi tolga il fiato, il sonno e la prosopopea!”
Silvana Ruggiero