Drogati, ammanettati e rispediti in Italia. Come pacchi postali, merce di scambio. Ecco come si comporta la civilissima Germania con gli immigrati che, una volta sbarcati sulle nostre coste, hanno deciso di andare nel loro ricco Paese. Lì non ci possono stare e via con le partenze forzate. Proprio loro sì, i tedeschi. Sempre pronti a farci la paternale, a richiamarci all’ordine e al rigore. A dirci ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Loro. image

A dirlo sono le testimonianze degli immigrati rimandati indietro. Una volta sbarcati a Fiumicino sono liberi di andare in giro per il Paese e, molti di loro, passano per Roma, dalla stazione Tiburtina. Il punto di incontro dei migranti rimasti senza un posto dove dormire, mandati via dai centri di accoglienza. A guidarli c’è l’associazione Baobab. “È la polizia di frontiera che gli dice di venire qui da noi perché sanno che gli diamo un pasto caldo al giorno e gli offriamo un materassino per dormire.” Dice Andrea Costa, responsabile di Baobab, un’associazione che, fino a qualche tempo fa, occupava abusivamente il parcheggio di un’azienda nei pressi della stazione. Salvini ha deciso di sfrattarli azionando la famosa ruspa e oggi vivono per strada (come ieri d’altronde, quando dormivano in tende di fortuna), sotto la pensilina dei bus. Sono fantasmi, si aggirano per le strade e nessuno li controlla, nessuno sa chi sono. Nessuno conosce la loro storia, il loro passato. Molti non hanno i documenti in regola e altri, invece, hanno un foglio di via ma restano qui. Ed è per strada che incontriamo un migrante, un invisibile, che ci racconta le “torture tedesche”.

“Loro gli danno delle medicine per farli diventare stupidi, per farli diventare deboli così non oppongono resistenza. Poi li scortano con dei blindati in aeroporto e li caricano sugli aerei, è pieno di polizia. Alcuni di loro vengono legati o ammanettati. Così mi ha raccontato un mio amico che hanno fatto tornare qui in Italia.”

Racconti raccapriccianti, quasi da non credere. Una vera deportazione. I racconti vengono fuori e la sinistra tace. E se lo avesse fatto Salvini? Apriti cielo: “razzista, fascista, peggio di Mussolini, peggio di Hitler.” L’Europa avrebbe sbraitato, richiamato, multato per eccesso di disumanità. Tutti avrebbero chiesto la testa di Matteo Salvini, invece? Il silenzio. Chissà quante lenzuola appese sui balconi avremmo visto in tutta Italia, da nord a sud. E invece nulla. Nessuno condanna e punta il dito. Nessuno.

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