Immigrati, il fallimento dell’Italia sotto ricatto
L’immigrazione è fuori controllo. È vero, i numeri danno ragione a Matteo Salvini, gli sbarchi sono diminuiti dell’85% rispetto a quando al governo c’era Renzi e compagni ma, i migranti, continuano e continueranno a partire. Continuano e continueranno ad arrivare. Come un’onda implacabile. Ci piaccia o no. È un dato di fatto. Aldilà delle navi delle ONG che, sotto la costa libica, caricano i neri d’Africa per portarceli in Italia. Il decreto sicurezza bis non basta per arginare il flusso di persone pronte ad “occupare” il nostro Paese. Si è visto! Il caso di Carola ne è un esempio lampante. Il giudice di Agrigento ha scagionato la capitana della SeaWatch 3 e le ha dato ragione, nonostante abbia attentato alla vita di cinque finanziari. Le leggi internazionali sono superiori a quelle italiane. Soprattutto in mare. Le persone partono, eccome se partono. Con gommoni, barchini. Sarebbero pronti a partire anche con i pedalò. La destinazione è una: l’Italia. La panacea di tutti i mali. La Terra tanto desiderata. L’Europa. Peccato che gli altri Paesi se ne fottano. Di noi, e delle nostre emergenze. Non gliene frega proprio nulla. I migranti possono essere fermati, arginati, ma l’Italia da sola non lo può fare. No, non può fare proprio nulla.
Il vero problema non sono le ONG, ma la Libia. Un Paese fuori controllo che va stabilizzato. Non possiamo sottostare al ricatto di Sarraj che minaccia: “Siamo pronti a liberare tutti i migranti chiusi nei centri di detenzione e a farli partire.” Bisogna agire. Subito! Anche a costo di occupare militarmente la Libia. Ma abbiamo le forze per farlo? Non credo. Il gioco è complicato e, sullo scacchiere internazionale, contiamo davvero poco o nulla. Purtroppo questo governo sta facendo poco in materia di politica internazionale. Da che parte stiamo? Boh… Conte sembra un inetto, e i nostri politici non prendono posizione. Stiamo al centro. Pronti a sorridere ed ospitare tutti. Dal presidente cinese a quello russo. Senza dimenticare l’alleato Trump.
Ma tra i potenti contiamo quanto il due di picche quando briscole è cuori. Eh no, non bastano le battute di Rocco Casalino (portavoce dei cinque stelle e di Conte) difronte ad un calice di vino rosé con la Merkel e Macron per mettere in piedi una strategia comune e fermare “l’invasione”. Serve ben altro. Tanto altro, magari un tavolo di pace per la Libia tra i Grandi del Pianeta. Ma il governo se ne prenderà carico o, per tutta l’estate, dovremmo assistere allo spettacolo delle ONG cariche di africani sul palcoscenico di Lampedusa? Il biglietto è caro e fa troppo caldo. Evitiamo.