Renzi e gli interessi in conflitto
”Il conflitto di interessi è il più classico degli autogol. Ogni volta che lo diciamo si alza uno del centrodestra e dice: perché non l’avete fatto? Alla domanda vuoi fare o no il conflitto di interesse, se fossi a Roma direi sì, ma non è su questo argomento che vai a prendere il consenso”. Così parlava l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi nel 2010 durante il programma In Onda su La7.
E adesso che è premier tutto torna. Il conflitto di interesse? Non fa prendere consenso. Se poi di interessi in conflitto al governo ne hai a iosa, peggio ancora. Eppure, nel maggio di quest’anno, sulle colonne del Corriere della Sera un esponente del governo annunciò: “Porteremo in Aula già nelle prossime settimane il conflitto di interessi”. E chi è questo esponente? Maria Elena Boschi. Coincidenze sinistre.
Fatto sta che di mesi ne sono passati altri sette e la promessa di Renzi è passata in cavalleria. Così come gli altri potenziali conflitti di interessi presenti tra i componenti del suo governo.
Dal ministro per lo Sviluppo Economico Federica Guidi (già presidente dei giovani industriali e direttore generale di Ducati Energia, carica che poi ha lasciato) al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, un passato in Legacoop, passando per il ministro Marianna Madia, il cui marito, secondo un’interrogazione presentata da Maurizio Gasparri, avrebbe ricevuto finanziamenti dalla Regione Lazio per alcuni film prodotti fino all’amico e finanziatore Carrai presidente dell’aeroporto di Firenze, lo stesso aeroporto che il governo avrebbe voluto ampliare con una pioggia di soldi pubblici salvo poi, proprio ieri sera, bloccare tutto (probabilmente per evitare un altro scandalo come quello relativo all’affaire Etruria-Boschi).
Insomma, di interessi ce ne sono diversi all’interno del governo Renzi. Perché occuparsi dei conflitti? Meglio lasciarli nell’oblio. Tanto non è su questo argomento che vai a prendere il consenso…