Cantone, accantonati!
Per tutto il resto c’è Cantone. Anzi, per ogni grana c’è Cantone. Non bastavano gli appalti Expo, non bastava Mafia Capitale. Adesso Mr Wolf farà pure da arbitro nella questione dei rimborsi ai risparmiatori fregati dal Salva-banche.
Ora, delle due l’una: o Renzi non conosce altro dio all’infuori di lui oppure Cantone è l’unico in grado di sbrogliare le matasse del paese. E siccome ancora di risultati non se ne vedono, verrebbe da pensare che al premier faccia comodo “usare” una figura di tale autorevolezza come specchietto per le allodole o – se volete – come panacea di tutti i mali nostrani.
I malpensanti potrebbero pure azzardare l’ipotesi che il nome di Cantone sia stato fatto per zittire il duro attacco di Roberto Saviano nei confronti del governo e della Boschi in particolare. Ma non è questa la sede delle malelingue.
Ma è così difficile accontonare Cantone? Posto che Renzi non lo farà mai – come potrebbe rinunciare a una presenza mediatica unanimamente riconosciuta e apprezzata sebbene gli tolga un po’ di visibilità – perché non lo fa Cantone stesso?
È un consiglio (non richiesto) il mio. Con tutte queste gatte da pelare, il rischio di non riuscire a dedicarsi appieno (non dico risolvere) a una se non a tutte di queste è alto. E arrecherebbe nocumento solo al diretto interessato. Cantone faccia come Catone il censore e blocchin l’ennesima chiamata alle armi di Renzi. Lo faccia per se stesso. E anche per l’Italia. Ché magari si trova anche qualcun altro capace di sbrogliare matasse. Se poi Cantone, come dicono le malelingue, avesse in mente di scendere un domani in politica, allora ça va sans dire che il consiglio non richiesto non potrebbe mai essere ascoltato. Ma non è questa la sede delle malelingue.