Ma davvero c’è da stupirsi per la foto con cui la Isoardi ha detto addio a Salvini? E per cosa? Erano forse nudi? No. Erano armati? Nemmeno. Offendevano qualcuno? Mah. Forse qualche medico del sonno avrebbe potuto obiettare sulla posizione da contorsionista del Matteo dormiente. Per il resto, davvero si grida allo scandalo per deturpazione di figura istituzionale o per esposizione al pubblico ludibrio di un cuore spezzato? Ma facciamola finita.

Quella foto, quella fine della storia non è altro che lo specchio del nostro tempo fatto di selfie, post, like e condivisioni. Disumanamente umano, direbbe qualcuno, ma pur sempre umano. Reale in quanto virtuale, ma mai come oggi vero. Uno scatto di un amore finito. Punto. La pacchia è finita per Matteo, direbbe un ironico avversario del leghista. Ma l’epoca del retrobottega unito spesso al bigottismo è finita da un pezzo. E se non ve ne siete accorti siete semplicemente privi di connessione. E non parlo solo di Internet.

La foto non è altro che la continuazione di un modo di essere e di fare politica. E di stare al passo col tempo. Perché vuoi o non vuoi, se sei fidanzata di un ministro, la politica la fai anche tu, anche solo indirettamente. E così invece di farlo filtrare sui giornali, la Isoardi ha scelto la disintermediazione. Non si sa se Salvini sia stato complice della notizia, ma poco importa. Anzi, se così non fosse, dovrebbe quasi ringraziarla la sua ex. Perché ha semplicemente dimostrato che Matteo (e la loro storia) sono disumanamente umane, virtualmente reali. In questo è stata più salviniana del re. A petto nudo. Buona vita. A entrambi.

salvini

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