Sicuramente non è stato voluto, ma Matteo Salvini ha fatto un regalo a Giovanni Falcone e alla famiglia del giudice assassinato dalla mafia. Gli ha regalato la “diserzione” di Leoluca Orlando dalla commemorazione della strage di Capaci. E non è poco. Perché ogni anno Orlando era lì a presenziare davanti alla lapide di quel magistrato che ha osteggiato quando era in vita. Non sto qui a ricordare le accuse esternate a Samarcanda, se n’è scritto fin troppo.

FOTOGRAMMA_20190517192232_29359529Ricordo invece le frasi che il giudice Falcone gli riservò per delineare il soggetto: “La cultura del sospetto è l’anticamera del khomeinismo, Orlando fa politica attraverso il sistema giudiziario. Sarà costretto a spararle sempre più grosse. Per ottenere ciò che vogliono, lui e i suoi amici sono disposti a passare sui cadaveri dei loro genitori. Questo è cinismo politico. Mi fa paura”.

Quest’anno Orlando abbandona la commemorazione in segno di protesta contro il ministro dell’Interno che sarebbe venuto a lucrarci sopra qualche voto. Si chieda piuttosto cosa ha fatto lui ogni 23 maggio da 27 anni a questa parte.

 

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