La memoria corta di Franceschini
“Lo dobbiamo a Liliana Segre, a lei personalmente e a quello che rappresenta. Il Mibact ha finanziato oggi con 25 milioni di euro il completamento del Meis, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, voluto dal Parlamento con una legge del 2003. Durante lo scorso governo era saltato il finanziamento necessario per il completamento del Museo. Ma un’idea così importante non si può lasciare a metà ecco perché attraverso una rimodulazione dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione del Ministero abbiamo recuperato il finanziamento che era stato cancellato”.
Dario Franceschini ha rivendicato così l’azione del suo ministero. Un’azione che permetterà la realizzazione di altre quattro strutture in vetro e alluminio previste nel giardino per completare il richiamo ai cinque libri del Pentateuco. Tutto molto bello, per carità. Viva la cultura. Viva il rispetto per ogni religione. Viva la sete di conoscenza. Ma ci sono due interrogativi che mi ronzano in testa.
1) Franceschini guida il ministero dal 5 settembre 2019. Come mai ha annunciato lo sblocco dei fondi soltanto oggi?
2) Visto che ha dato la colpa di aver bloccato i finanziamenti al precedente governo, come mai fino a oggi non si era mai registrata alcuna sua dichiarazione pubblica, intervista, tweet o post sullo scandalo o contro l’esecutivo precedente?
Non sarà che il ministro ha deciso di iscriversi in fretta e furia alla corsa a chi dimostra più vicinanza a Liliana Segre e a chi si dimostra più amico degli ebrei?