Il nostro paese ha tante sfide di fronte: il lavoro, la disoccupazione giovanile, l’immigrazione e la sicurezza. Problemi che farebbero tremare i polsi persino al più carismatico dei leader politici, anche se a dir la verita oggi nessuno ha veramente voglia di parlare di riforma costituzionale. Renzi ci provò, ma non ebbe coraggio e la riforma che venne fuori era un papocchio annacquatissimo. Purtroppo, con il sistema istituzionale odierno, risolvere i problemi che ho menzionato sopra è sempre più difficile. La politica si trova davanti ad un bivio: se non smantella questa costituzione, si troverà sempre con le mani legate. Le parole d’ordine per un riforma costituzionale sono poche e chiare: presidenzialismo e federalismo. Più poteri all’esecutivo e maggiore responsabilità alle autonomie locali.

Ma noi ci chiediamo: questa classe politica si prenderà veramente la responsabilità di iniziare l’iter per una nuova riforma costituzionale? C’è abbastanza coraggio? C’è abbastanza onestà intelletuale nel dire ai cittadini che o si cambia seriamente la carta fondamentale o si rischia di annegare? Ne dubito, anche se l’iniziativa del Sen. Cangini su il Foglio va in direzione opposta. Cangini infatti sembra l’unico che sta portando avanti una battaglia politica seria e limpida sulle riforme costituzionale, ma purtroppo i suoi colleghi, con rare eccezioni, sembrano in altre faccende affaccendati.

Se non sarà questa classe politica a fare questa battaglia, allora toccherà a noi ventenni iniziare fin da ora la nostra battaglia politica. Dobbiamo dire con chiarezza che la riforma costituzionale in senso presidenziale sarà parte integrante delle nostre battaglie politiche presenti e future. Perchè tra noi ci sarà sicuramente qualcuno che sarà classe dirigente in questo sgangherato e stupendo paese.

 

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