La tragedia nelle Marche mi tocca molto da vicino, forse perchè parte della mia adolescenza l’ho passata divertendomi il sabato sera in locali tipo la “Lanterna Azzurra”. Le valli marchigiane sono placide molto sonnacchiose, e queste piccole discoteche, per chi è ancora molto giovani e non ha i mezzi per spostarsi verso Rimini o Riccione, sono una vera e propria manna dal cielo. Non stupisce quindi di come un migliaio di giovanissimi si siano riversati a sentire questo “trapper” in una vecchia balera su una collina vicino Corinaldo.

Ma bisogna fare alcune considerazioni.

La sicurezza non è mai una spesa a fondo perduto, la sicurezza è sempre un investimento. Punto primo, spendere qualche euro in più per un addetto alla security fuori dalle porte delle discoteche e dei locali notturni per controllare che qualche imbecille non porti dello spray al peperoncino in un posto chiuso con più di mille persone dentro sarebbe stata una piccola spesa che avrebbe potuto salvare la vita a dei giovani innocenti. Punto secondo, vendere più di 1400 biglietti quando la capienza massima del locale è di 500 persone è un atto criminale e non è giustificabile per nessun business al mondo.

Terzo e ultimo l’educazione. Come è possibile che la nuova moda del momento, secondo quello che dicono molti rapper in giro, sia quella di rilasciare dello spray urticante al peperoncino in un posto non ventilato e pieno di persone? Quale ingranaggio nella nostra società si è rotto per far diventare “figo” e “cool” fare una cazzata del genere? Non è questo il posto per chiedersi cosa stia andando storto nei nostri giovanissimi, ma prima o poi dovremmo chiedercelo con più insistenza.

 

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