L’intervista di Silvia “Aisha” Romano a Piccardo trasuda propaganda per l’Islam militante.
Lo dico sinceramente: a Silvia Romano non sembra una cima di intelligenza, tutt’altro, mi sembra non troppo sveglia e con il cervello ormai impinzato di stupidaggini molto probabilmente imparate sotto il periodo della prigionia. Oppure sotto ricatto dai suoi stessi rapitori, che forse la minacciano affinché continui con la propaganda stucchevole che ha iniziato non appena scesa da quell’aereo. In un passo di un’intervista che concede a Davide Piccardo, noto esponente dei Fratelli Musulmani (di cui fa parte anche Hamas, per farvi rendere conto di che soggetti sono questi qua). La Romano dice di “essere stata sempre compassionevole” nei confronti delle donne. E qui, la poca intelligenza della Romano, perché forse non se n’è mai accorta ma il velo è proprio una costrizione nei confronti della donna. Poi parla della sua vita in quartiere multietnico, dove Piccardo “sospetta” che Silvia Romano, senza il viaggio “salvifico” in Kenya, sarebbe potuta diventare come un qualsiasi islamofobo brutto e ignorante. Invece poi Silvia dice che l’idea dell’Islam che aveva era “quella che in molti hanno quando non ne sanno niente”. Invece lei giustamente per capire cosa fosse l’Islam e per innamorarsene follemente è dovuta andare in Kenya e finire rapite da, nientepocodimeno, Al Shabab, estremisti islamici sunniti proprio come Hamas, gli amichetti di Hamza Piccardo. E poi il climax, la frase che più mi ha fatto ridere e che disvela quanta propaganda stia facendo la Romano, o quanto poco sia intelligente. Durante la prigionia, ha detto la Romano a Piccardo, “più mi facevo domande e più piangevo e stavo male; mi arrabbiavo perché non trovavo la risposta e andavo in ansia…Forse Dio mi stava punendo per i miei peccati, perché non credevo in lui, perché ero anni luce lontana da lui.” E allora che fa la Romano: si converte alla religione dei suoi aguzzini, dicendo che “il Corano non è la parola di Al Shaabab”.
Povera Silvia.
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