“Io proprio vorrei che gli uomini responsabili della cultura e dell’insegnamento ricordassero che noi italiani dobbiamo toglierci di dosso questo complesso di inferiorità che ci hanno insegnato, ovvero che gli italiani sono bravi letterati, bravi poeti, bravi cantanti, bravi suonatori di chitarra, brava gente, ma non hanno le capacità della grande organizzazione industriale. Ricordatevi, amici di altri paesi: sono le cose che hanno fatto credere a noi e che ora insegnano anche a voi. Tutto ciò è falso e noi ne siamo un esempio. Dovete avere fiducia in voi stessi, nelle vostre possibilità, nel vostro domani; dovete formarvelo da soli questo vostro domani. Ma per fare questo è necessario studiare, imparare, conoscere i problemi”

 

Queste sono le parole che Enrico Mattei pronunciò alla scuola Idrocarburi di San Donato Milanese nel 1961. Ebbene, sono attualissime perchè manifestano che l’Italia non è solo il suo cibo, la sua cultura, il turismo, la bellezza, ma anche e soprattutto la capacità industriale, la visione, il coraggio di guardare avanti. Il Ponte sullo Stretto di Messina, fortissimamente voluto dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, è l’epitome di quel sogno matteiano di grandezza industriale e di capacità infrastrutturale dell’Italia. Qualche disfattista di sinistra sta già facendo i soliti peana sui costi e sull’ambiente: tutte balle. La realtà è che la sinistra vede lo sviluppo, l’avanzamento industriale ed ingegneristico come un qualcosa da combattere con le armi delle pale eoliche e della decrescita felice che sussidia e distribuisce povertà. Il nostro DNA è diverso, e loro rimarranno sempre dei poveri comunisti.

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